venerdì 18 agosto 2023
Parla il presidente della Fondazione Meeting: testimoni da Medio Oriente, Africa, Europa e il ricordo di figure capaci di generare speranza e riaffermare l’importanza dei rapporti solidali
Scholz: un’«amicizia inesauribile» che fa davvero viva l’esistenza

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Lesistenza umana è davvero un’amicizia inesauribile, come recita il tema scelto per l’edizione 2023 del meeting per l’amicizia fra i popoli? Per Bernard Scholz, presidente della Fondazione del Meeting, non solo la risposta è affermativa. Ma a Rimini ci sarà modo di verificarla proprio attraverso l’incontro con e tra le persone.

L’esistenza umana sarà pure un’amicizia inesauribile, come dice il Meeting, ma come la mettiamo con la guerra tra russi e ucraini, le donne uccise dai mariti e gli incidenti stradali che incidenti non sono… dov’è tutta questa amicizia?

È da quando esiste l’umanità che l’amicizia con Dio e fra gli uomini viene tradita. Basti pensare a Caino. Ed è proprio per questo che ci vogliono gesti, momenti, incontri che ricordino l’origine dell’amicizia. Gesti che la vivano, la testimonino, la ripropongano. Il Meeting vuole essere sin dal suo inizio un luogo dove questo può accadere. Quest’anno abbiamo invitato testimoni dal Medio Oriente, dall’Africa, dall’Europa che, attraverso una capacità di accoglienza straordinaria e un coraggio indomabile, hanno creato e creano relazioni capaci di diventare veri germogli di speranza. Ricorderemo persone che proprio in mezzo all’ingiustizia, alla violenza o l’indifferenza hanno vissuto amicizie feconde che durano fino ad oggi: Dorothy Day, il beato Gregorio Hernandez, Takashi Nagai, don Milani, don Puglisi.

Che cosa si aspetta venga a dire Mattarella?

Quest’anno cade il 75esimo anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione e certamente il Presidente della Repubblica ci porterà riflessioni importanti sul valore di questa Carta straordinaria, frutto della saggezza e della lungimiranza dei padri e delle madri costituenti, che hanno saputo raggiungere un compromesso più che nobile per il bene di tutti fino ai nostri giorni. Penso che il profondo rispetto per le persone e i luoghi che incontra porteranno il Presidente anche a condividere i suoi pensieri sul titolo di questo Meeting. Siamo tutti onorati e grati della sua visita e in grande attesa delle sue parole.

Il Meeting si apre in un momento di discussione politica sul tema delle migrazioni: qual è la vostra posizione?

È fuori dubbio che deve essere salvato chiunque si trovi in pericolo nel mare. Ma dopo l’emergenza, il tema più importante è l’integrazione degli immigrati che si fermano in Italia. Di questo parleremo al Meeting soprattutto rispetto al lavoro e alla formazione, che sono condizioni imprescindibili per un’esistenza dignitosa e una partecipazione attiva alla vita civile. Non sono questioni semplici, ma devono essere affrontate con determinazione e lungimiranza. Al contempo, bisogna continuare a stabilire una collaborazione a livello europeo, per evitare che i Paesi del Mediterraneo si trovino ad affrontare un compito irrealizzabile da soli. C’è poi il tema cruciale dell’aiuto ai Paesi africani, per permettere loro uno sviluppo nella prospettiva di pace e di prosperità. Con il titolo “Le strade dell’amicizia”, il tradizionale padiglione internazionale del Meeting, realizzato in collaborazione con il Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale, sarà dedicato proprio al sostegno dell’Africa.

Fino a qualche anno fa l’amicizia in economia coincideva con la globalizzazione: frontiere aperte, cooperazione, tassi bassi e sviluppo dei Paesi poveri. Perché adesso siamo tutti meno amici?

La domanda è se prima ci siano state veramente più amicizie. Di fatto la globalizzazione ha creato tanti rapporti, ma spesso non è stata colta fino in fondo come opportunità di creare legami veri. Una concentrazione quasi esclusiva sulla produzione economica e sulla finanza non è stata accompagnata in modo adeguato da un dialogo fra le culture, da una valorizzazione delle radici culturali. Piuttosto, ha portato sovente ad un appiattimento della vera ricchezza umana, culturale e religiosa. È arrivato il momento di imparare da questa esperienza, di non rinchiudersi nella presunta zona protetta della propria nazione o cultura, ma di aprirsi a un dialogo vero, autentico e profondamente rispettoso. Una vocazione che il Meeting cercherà di seguire anche in questa nuova edizione.

Come sempre ci sarà tanta cultura al Meeting: l’amicizia è ancora un valore per scienziati e poeti?

Abbiamo incontrato al Meeting scienziati e scrittori di tutto il mondo che ci hanno stupito per la loro cordialità, l’apertura, lo straordinario interesse per gli interlocutori. Come i talenti di ognuno di noi, anche la curiosità scientifica e la creatività poetica possono essere vissuti in modo individualistico o nel riconoscimento di una reciprocità. Più uno è veramente curioso e creativo, più diventa cosciente che l’altro gli può essere amico prezioso nella sua ricerca e nella sua creatività. E che lui stesso lo può essere per tanti altri. Proprio la scienza e l’arte vivono di un arricchimento reciproco. E penso che sia difficile scrivere poesie con un cuore indurito o scoprire le meraviglie del cosmo senza il desiderio di condividere lo stupore.

Facciamo un gioco, il solito gioco dei ciellini, dei politici e degli applausi. Quali saranno gli amici più amici di questo Meeting?

Chi ha partecipato agli incontri del Meeting sa molto bene che gli applausi si riferiscono soprattutto al merito di ciò che le persone dicono. Non sono predilezioni pregiudiziali. Per questa ragione sono convinto che anche quest’anno gli amici più amici saranno persone autentiche, sincere, competenti e desiderose di lavorare insieme ad altri per il bene di tutti.

Concludiamo con uno sguardo al Cielo. Mi dica tre cose che dimostrano che Cristo è ancora amico di quest’umanità scalcagnata.

La prima cosa sono le tante persone che vivono in situazioni drammatiche, a prima vista disperate, con una speranza e una serenità che umanamente non sono spiegabili. Non si può dire che siano matti né illusi, perché sono di un realismo senza paragone e di una compassione senza limiti, come - per fare un esempio - le monache di Azer in Siria. La seconda cosa è la bellezza: gli occhi di un bambino, lo sguardo saggio e affettuoso di un anziano, un fiore anche al bordo di una strada abbandonata, il cielo guardato con la consapevolezza della sua infinitezza… Tutto questo dice di un abbraccio che ci precede e ci sovrasta. La terza cosa – non in ordine di priorità – è l’insopprimibile desiderio di felicità che vive in ognuno di noi e che non si accontenta di niente se non di un compimento totale. O questo desiderio è assurdo, oppure ci è stato dato da Qualcuno che lo vuole compiere. Dobbiamo scegliere. E la possibilità di questa decisione è essa stessa segno dell’amicizia di Cristo: che amico sarebbe un amico che mi costringe ad essere suo amico? Ma che amico è l’amico che mi abbraccia nella mia miseria e nel mio tradimento appena glielo chiedo, anche sottovoce?

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