venerdì 11 novembre 2011
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​Si chiude con l’elargizione di 150 milioni di euro, ultimi scampoli per una maggioranza di governo agli sgoccioli, il cammino della legge di stabilità (la vecchia Finanziaria). Il maxi-emendamento, integrato ieri dal pacchetto aggiunto dal relatore, il leghista Massimo Garavaglia, è stato approvato ieri dalla commissione Bilancio del Senato e già stamani, alle 10 e 30, sarà in aula, presente il neo-senatore a vita Mario Monti. Poche ore di cammino, poi transiterà subito alla Camera, dove vedrà la luce definitiva sabato pomeriggio entro le 17 circa (per consentire le successive dimissioni di Berlusconi).Il rifinanziamento della cosiddetta "legge mancia" (così chiamata perché gli stanziamenti dei fondi sono poi decisi direttamente dai parlamentari per i loro collegi) è l’ultimo atto di una legge che, nella versione finale, è un misto fra le misure già note, come la detassazione per chi realizza opere pubbliche, il primo via alla vendita di immobili pubblici tramite il conferimento a uno o più fondi d’investimento e l’avvio della mobilità per gli statali, e alcune novità dell’ultim’ora, fra le quali spicca la deroga al patto di stabilità per consentire a Comune e Provincia di Milano di indebitarsi sulle opere necessarie per l’Expo 2015.Mancano invece gli interventi più pesanti che si erano ipotizzati, da una nuova disciplina dei licenziamenti a misure sulla previdenza. La previsione che dal 2026 si andrà in pensione (di vecchiaia) a 67 anni è, infatti, solo la conferma di quanto già in vigore da un anno, mentre la relazione tecnica specifica ora che, sempre per effetto delle norme esistenti, dal 2050 si lascerà il lavoro a 70 anni. Alla fine il testo è passato con un ventaglio di posizioni diverse: a favore Pdl e Lega, il Pd si è astenuto, il Terzo polo non ha votato e l’Idv ha dato parere contrario. Una posizione, quest’ultima, dovuta proprio ai fondi "a pioggia" concessi ai senatori: Antonio Borghesi l’ha definito un «vergognoso sciacallaggio». Non è così, però, per Cosimo Latronico (Pdl): «Non guardate all’estetica, sono misure anti-cicliche che smuovono cantieri e soldi». L’emendamento di Garavaglia rifinanzia di 100 milioni per il 2012 e di 50 per il 2013 la "legge mancia", istituita nel 2003 e già inserita nel ddl stabilità di un anno fa, che stanziava 50 milioni per il 2011. Tale fondo è generalmente usato per finanziare micro-misure a carattere socio-economico, a favore specie di piccoli comuni e associazioni. C’è stato il via libera anche a 70 milioni destinati ai policlinici di università non statali, fra cui il "Gemelli" di Roma; trenta milioni vanno al "Bambin Gesù". Al momento non sono stati decisi fondi a favore della Liguria e delle altre zone alluvionate, in attesa di una più esatta quantificazione dei danni; mentre 7 milioni vanno per le alluvioni in Basilicata del marzo scorso, 3 milioni a favore di Radio radicale e 1 a Barletta per gli interventi necessari dopo il crollo di via Roma in cui morirono 5 persone.Il via libera è avvenuto sotto l’occhio vigile degli "ispettori" del tandem Ue-Bce, arrivati nel primo pomeriggio: hanno incontrato il presidente Antonio Azzollini e si sono informati sui tempi di approvazione. In commissione si è fatta sentire (invano) la lobby di commercialisti e avvocati, infastiditi per le norme sulle Spa (sotto il milione di capitale potranno optare per il collegio con 1 solo sindaco) e sulle future società fra professionisti, in cui il socio "di capitale" potrà anche avere la maggioranza. Il "maxi" aumenta inoltre il contributo per gli appelli nei processi civili. Intanto le commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera hanno dato il primo sì all’inserimento in Costituzione del vincolo del pareggio di bilancio. «Spero che sia il primo atto del Parlamento dopo la crisi», ha detto Baretta (Pd).
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