mercoledì 23 maggio 2012
​L’adolescente uccisa è stata seppellita ieri. Le altre ragazze colpite dalla deflagrazione sono state operate ieri mattina. I sanitari esprimono ottimismo.
«Siamo tutti brindisini» di Domenico Delle Foglie
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​Melissa è stata seppellita ieri mattina: c’era papà Massimo e c’era, soprattutto, anche mamma Rita, che è stata portata al cimitero di Mesagne con un’ambulanza dell’ospedale "San Camillo De Lellis" ed accompagnata da un medico. Il personale sanitario non se l’era sentita di autorizzarla a partecipare al funerale di lunedì pomeriggio, per le sue condizioni, ma ieri mattina non c’è stato modo di negarle un ultimo saluto a sua figlia.Le condizioni di Veronica, ricoverata a Lecce, restano intanto delicatissime, anche se stazionarie, ma la ragazza ieri mattina è riuscita a parlare qualche istante col papà. Come sono stazionarie le condizioni delle altre quattro ragazze rimaste gravemente ferite nell’attentato di sabato scorso e ricoverate bell’ospedale brindisino: Vanessa e Selene, Sabrina e Azzurra, che sono state operate ieri mattina. «I parametri vitali delle quattro ragazze sono buoni», fa sapere la Direzione sanitaria. Ma per due di loro la prognosi rimane riservata.E mentre a Brindisi (ma anche in molte parti d’Italia) continuano a tenersi cortei e sit-in degli studenti, un grande appuntamento è fissato per sabato prossimo, a una settimana esatta dalla follia omicida, per una grande manifestazione nazionale a Brindisi promossa dagli "Studenti e studentesse dell’istituto Morvillo Falcone", Libera, Rete della Conoscenza, Cgil, Arci, con lo slogan: "Io non ho paura. Per Melissa e per il nostro futuro". L’appuntamento è per le 9 di sabato mattina alla stazione di Brindisi.«Non si può morire entrando a scuola. Finora nessuno si era mai permesso di toccare la scuola in questo modo – si legge nell’appello che promuove la manifestazione – con un atto che, oltre a essere assassino e criminale, è vigliacco e vergognoso. Colpire la scuola vuol dire colpire la democrazia, soprattutto in un territorio come il nostro, in cui da anni lottiamo contro le mafie e ci scontriamo contro l’assenza di lavoro, in un territorio in piena crisi ambientale».Le compagne di classe di Melissa, della sua II A, sono preoccupate: «Ci fanno da giorni tante domande, ma quando le avremo noi le risposte?», dicono le ragazze prima d’imbarcarsi a Civitavecchia su una delle navi della legalità che raggiungeranno Palermo: «Siamo venute per ricordare Melissa. E per dire a tutti che la nostra scuola non deve essere un luogo dove andare a curiosare, ma un posto che ricordi quel che è accaduto perché non si ripeta mai più». Temono soprattutto questo ora: quando riflettori si spegneranno, «non bisogna dimenticare Melissa, bisogna parlarne ogni giorno» e «lo Stato deve fare un passo in più, deve muoversi come fece Falcone».A proposito, sul fronte investigativo «non c’è nessuna novità, non ho nulla da comunicare», diceva il Procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Cataldo Motta, ieri mattina prima di entrare in Questura per una riunione con gli investigatori. Come pure non c’è nessun indagato, né pare possa esserci a stretto giro. Specie dopo il nome sbattuto in prima pagina da un quotidiano locale, qui, di un uomo che poi è risultato completamente estraneo all’attentato. Nel frattempo gli uomini della scientifica tornavano davanti alla "Morvillo Falcone" per altri rilievi.Esaurito così il "contrasto" fra la Procura di Brindisi e la Dda leccese con l’attribuzione a quest’ultima dell’indagine sull’attentato e dopo un brutto lunedì sera con i pugni alla macchina civetta della Polizia da parte di alcuni che erano convinti ci fosse a bordo l’attentatore, adesso gli inquirenti restano abbottonatissimi: un po’ per necessità, un po’ per convinzione. Perché s’è fatta un po’ meno granitica la certezza che si sia trattato del gesto assurdo di un folle.
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