mercoledì 30 maggio 2018
Autostrade e Polstrada confermano: «I controlli continuano»
(Ansa)

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La notizia è di dominio pubblico, i tutor autostradali sono disattivati. E anche se, come voci che vogliono mantenere l’anonimato ci dicevano che i sistemi che rilevano la velocità media dei veicoli in autostrada e su alcune altre strade sono spenti da diverso tempo. Solo che con l’ufficialità c’è il rischio che molti “furbetti” premano sul pedale dell'acceleratore. E in questo periodo di esodi il pericolo cresce.

La vicenda aveva preso l’avvio il 10 aprile quando la Corte d’Appello di Roma condannava Autostrade per l’Italia (Aspi) rea di avere contraffatto il brevetto del marchingegno. Allora Aspi garantì di attivarsi per sostituire gli apparati in tre settimane e, nel frattempo, di lasciare in funzione quelli contestati sino alla sostituzione dicendosi disponibile al pagamento della penale di 500 euro al giorno per un uti- lizzo “illecito”. Lunedì scorso la Corte d’Appello ha respinto i ricorsi di Aspi – tra l’altro sottolineando un aspetto tutt’altro che marginale, ossia che non è tra i compiti di Aspi quella della sicurezza legata ai sistemi di rilevazione della velocità che devono «essere sottoposti alla cura dello Stato». Anche perché i giudici sottolineano che Aspi non può far leva sui suoi obblighi di gestore dal momento che l’articolo 14 del Codice della strada tratta la materia dal punto di vista infrastrutturale, ossia della manutenzione dove, peraltro, sono stati fatti notevoli investimenti (senza i quali il Ministero non permette gli aumenti dei pedaggi...) come l’asfalto drenante o la messa a norma delle gallerie.

Sollecitata da Avvenire è arrivata la nota congiunta di Polizia Stradale e Austostrade: «In relazione alle notizie pubblicate dai media sulla pronuncia della Corte d’Appello di Roma, relativa al rigetto dell’istanza di sospensione degli effetti del dispositivo della precedente sentenza del 10.4.2018, a proposito dell’utilizzo del sistema Sicve-Tutor sulla rete autostradale, Polizia Stradale e Autostrade per l’Italia precisano che a valle dell’avvenuta disattivazione del sistema continueranno, ciascuna per gli obblighi specificamente loro imposti dalla legge, ad avere cura della sicurezza e della incolumità dei cittadini che viaggiano in autostrada».

«Secondo la Corte – prosegue la nota – Autostrade per l’Italia non ha alcun obbligo di installare sistemi di rilevazione della velocità ed è per tali motivi che la Corte d’Appello non ha ritenuto Autostrade per l’Italia legittimata ad ottenere la sospensione dell’esecuzione della sentenza del 10 aprile scorso. La tutela della sicurezza stradale è in capo alle istituzioni preposte. Polizia Stradale ed Autostrade per l’Italia stanno lavorando per l’attivazione in via sperimentale del nuovo sistema Sicv e Pm, approvato con provvedimento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti N. 3338 del 31 maggio 2017».

Ora il rischio è l'anarchia: l’allarme immediatamente lanciato dal presidente dell’Asaps (Associazione sostenitori e amici della Polizia Stradale), Giordano Biserni, che si dice preoccupato delle «conseguenze che si potranno avere» e auspica il prevalere del buon senso «per evitare che le autostrade tornino a vedere l’incremento delle velocità». Anche perché nell’ultimo fine settimana si sono registrate 27 vittime (record 2018) sulla base dei rilievi della Polizia Stradale e dei Carabinieri ai quali si devono aggiungere i dati delle Municipali.

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