giovedì 23 maggio 2024
I malfattori telefonavano spacciandosi per carabinieri o impiegati postali e chiedevano denaro per risarcire danni compiuti da figli e nipoti. Come comportarsi quando si ricevono messaggi o chiamate
Un anziano alle prese con il telefono

Un anziano alle prese con il telefono - Ansa

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Si fingevano impiegati delle poste, assicuratori, avvocati o carabinieri. Per telefono usavano toni perentori e autorevoli dicendo all’interlocutore che il figlio, o un nipote, doveva saldare un debito per un pacco non ritirato o che aveva provocato un incidente stradale senza aver rinnovato l’assicurazione dell’auto e aveva preso una salatissima multa. «Per sistemare le cose bisogna pagare», dicevano al malcapitato il quale, preoccupato per le conseguenze, metteva subito da parte il denaro che aveva in casa.

A questo punto entravano in campo i complici del telefonista che poco dopo si recavano nell’abitazione del pensionato per ritirare i contanti e, se questi non bastavano, gioielli o altri oggetti preziosi. La truffa veniva scoperta non appena, dileguatosi il malvivente, la vittima chiamava il parente, ovviamente, all’oscuro di tutto. Ma il giro truffaldino, l’ennesimo del genere scoperto negli ultimi tempi, è stato spezzato grazie alle denunce presentate da alcuni dei vecchietti caduti nella rete.

E, terminate le indagini, i carabinieri del comando provinciale di Roma su provvedimenti emessi dal gip, giovedì 23 maggio hanno arrestato 17 persone (7 sono finite in carcere e 10 ai domiciliari): tredici di loro, colte in flagrante, sono indiziate di appartenere a un clan dedito a truffe ed estorsioni in danno di anziani mentre gli altri quattro sarebbero dei complici che li hanno aiutati ad eseguire i colpi.

Una ottantina le truffe accertate finora dall’inchiesta giudiziaria, consumate tra settembre 2022 e marzo 2023. La centrale operativa dell’organizzazione si trovava a Napoli e sarebbe stata gestita dai membri di una famiglia del posto: con le telefonate si adescavano le vittime e usando auto a noleggio, due “corrieri” raggiungevano le città dove risiedevano le persone raggirate, in Campania, ma anche nelle province di Roma, Latina e Viterbo e in altre località della Penisola.

Il gruppo criminale si muoveva a batterie composte da una coppia che tutti i giorni, partendo dalla sede del “call center” clandestino, si recava seguendo un preciso protocollo, nei luoghi a loro indicati dai telefonisti. Le vittime venivano scelte a caso, attraverso ricerche su internet, nelle chat sui social network, o con i numeri del telefono fisso presenti sulle "Pagine bianche".

Professionisti del crimine

Sgominata, dunque, una banda di veri professionisti della truffa che si avvalevano persino di un manuale di istruzioni con una dettagliata descrizione delle frasi da dire e dei comportamenti da avere al cospetto della "preda" a cui sottrarre i soldi. I militari dell’Arma hanno sequestrato nella centrale operativa dell’organizzazione anche un’ingente somma di denaro contante, centinaia di schede telefoniche, decine di cellulari e un consistente quantitativo di gioielli. Venivano colpiti, ancora una volta, con una tecnica ormai consolidata, i “nonni” più fragili e soli.

Tanti i casi del genere scoperti negli ultimi anni. Ieri, a Osimo, nelle Marche, altre due persone sono state arrestate, un 38enne e un 45enne entrambi di origini campane, con l’accusa di truffa aggravata continuata commessa a danno di anziani.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa, stavolta, dal gip del tribunale di Ancona su richiesta della locale procura della Repubblica. I fatti risalgono al novembre scorso. L’indagine è scattata dopo la denuncia di una signora di 83 anni che si era vista richiedere, e aveva consegnato, collane, bracciali e orecchini del valore complessivo di 500 euro per pagare una sanzione amministrativa per una presunta violazione del codice della strada commessa dal nipote. I carabinieri hanno poi scoperto che i due complici finiti in manette in soli quattro mesi avevano messo a segno ben 40 colpi ai danni di pensionati, soprattutto donne che vivevano da sole.

L’importo delle somme sottratte illecitamente si aggira in questo caso intorno ai 200mila euro. Gli inquirenti non escludono un collegamento di queste azioni criminose con quelle del clan sgominato oggi a Napoli: modalità e organizzazione dei colpi, che partivano quasi sempre da Napoli, sono infatti le stesse.

Sempre più “over 65” finiscono nella rete

I più recenti dati diffusi dal ministero degli Interni si riferiscono al 2022, quando furono denunciate 25.825 truffe ai danni di "over 65", con un incremento di 1.550 "colpi" rispetto al 2021. La fascia di età più colpita è quella fino ai 70 anni. Per le vittime il danno non è solo la perdita dei propri risparmi o dei gioielli di famiglia, spesso di grande valore affettivo, ma anche un trauma di carattere psicologico difficile da superare perché i tentativi di raggiro, approfittando della propria buona fede, finiscono spesso con atti di violenza o gravi intimidazioni. Le regioni dove si registrano più casi sono Lombardia, Lazio (a Roma oltre duemila i colpi denunciati in un solo anno), Campania, Emilia Romagna e Piemonte. E va considerato che la stragrande maggioranza delle vittime di truffa non le denuncia per vergogna o perché minacciate dai criminali che li hanno presi di mira.

Attenti al pacchetto

Un’altra truffa che colpisce spesso gli “over 65” è quella del pacco postale: un “fattorino” suona il campanello di casa dicendo che c’è un pacco da ritirare, ma va pagata. “Chi lo ha ordinato? Io no”. È indirizzato a un parente o a un vicino di casa che però, guarda caso, non risponde. Se non siete stati avvisati prima si tratta di sicuro di un bluff che vi potrebbe costare caro: nella scatola in genere viene messa della cartaccia o roba pesante senza valore, i soldi che avete dato al ragazzo, invece, erano veri.​





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