mercoledì 5 maggio 2010
Secondo gli inquirenti le società che hanno ricevuto i soldi non ne avevano diritto perché non cooperative. Il senatore Pdl accusato di aver percepito illegalmente dei contributi tra il 2002 e il 2007. Tra i beni requisiti un’imbarcazione
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La Procura di Roma torna ad occuparsi di Giuseppe Ciarrapico, imprenditore ciociaro, senatore del Pdl (ed ex-presidente della Roma calcio). Dopo le vicissitudini giudiziarie degli anni novanta, la più importante delle quali fu quella sull’Italsanità (progetto di residenze per anziani), Ciarrapico è finito nuovamente nel registro degli indagati: truffa ai danni dello Stato e tentata truffa sono i reati esaminati dal Procuratore aggiunto Pietro Saviotti e dall’aggiunto Simona Marazza nei confronti di Ciarrapico, proprietario di otto testate giornalistiche (tra cui Ciociaria Oggi), del figlio Tullio e tre prestanome, amministratori delle società nel mirino degli inquirenti. Così la Polizia valutaria della Guardia di finanza ha sequestrato beni per circa 20 milioni di euro tra immobili, quote societarie, conti correnti ed una imbarcazione di lusso, pari al valore della presunta truffa.I fatti contestati – si legge in un comunicato della Procura – fanno riferimento al periodo dal 2002 al 2007 e «per analoghi tentativi susseguitisi fino all’anno in corso, in danno dello Stato, Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della presidenza del Consiglio, da parte delle società editrici Nuova Editoriale Oggi Srl ed Editoriale Ciociaria Oggi Srl». Le Fiamme gialle «hanno eseguito oggi (ieri, ndr)a Roma, Milano e altrove un decreto di sequestro preventivo fino all’importo equivalente al danno, che ha riguardato beni riconducibili, attraverso intestazioni ritenute fittizie, al soggetto rilevato come effettivo proprietario delle società editrici».Emerge cioè «chiaramente la costituzione delle due società (Neo srl e Eco srl, ndr) per volontà dello stesso Giuseppe Ciarrapico, che ne ha mantenuto nel tempo proprietà e ruolo di dominus indiscusso», scrive il Gip di Roma Elvira Tamburelli nella motivazione ai sequestri. Nella sua attività editoriale Ciarrapico è stato affiancato dal figlio Tullio e da «prestanome», scrive ancora il Gip. Per il quale, nonostante si sia più volte dichiarato «nullatenente», è emerso come «il controllo unitario dell’attività editoriale da parte di Ciarrapico si è concretizzato con l’organizzazione delle redazioni, l’assunzione e gestione unitaria del personale, l’impostazione di una linea editoriale comune, l’esercizio dell’attività di raccolta pubblicitaria e della gestione di personale e risorse, l’utilizzo indistinto delle risorse finanziarie delle due società, in particolare delle provvidenze pubbliche».Commento del senatore? «Un avviso di garanzia non invecchia mai e può far sempre comodo se si tratta di un senatore Pdl», fa sapere Giuseppe Ciarrapico: «Gli organi di informazione parlano di un’indagine per truffa a carico del senatore Ciarrapico. È la stessa indagine del 2005 promossa dalla dottoressa Marazza, pm nota per la sua contiguità con De Magistris, concorrente politico di Di Pietro».
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