sabato 22 febbraio 2014
​​Arriveranno oggi accompagnate dalla superiora generale. «Ci siamo sentite chiamate a questo impegno dopo il viaggio del Papa.» Le tre religiose con alcune consorelle. Hanno detto il loro sì definitivo alla nuova avventura lo scorso 4 gennaio: «Tutta la comunità si sente coinvolta»​​.
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Non vedono l’ora di volare su quell’isola struggente, metafora di apertura al mondo e isolamento, per mettere il loro carisma al servizio di una popolazione dal cuore grande. At­terreranno oggi a Lampedusa tre Suore dei Poveri di don Morinello, accompagnate da madre Maria Agnese Ciarrocco, superiora generale, riportando la presenza di una congregazione religiosa femmi­nile su quell’estremo lembo di terra nel Mediterra­neo dopo oltre settant’anni. Le ultime suore nelle Pelagie, infatti, risalgono a prima della Seconda guerra mondiale. Adesso tocca alle 'figlie' di don Morinello, istituto fondato a Licata, nell’Agrigenti­no, nel 1901.
«Ci siamo sentite chiamate a questo nuovo impe­gno - racconta madre Maria Agnese - a luglio, quan­do Papa Francesco è andato a Lampedusa. Un sa­cerdote palermitano mi ha detto che sull’isola non sono presenti suore. Ho avvertito quelle parole co­me una domanda rivolta a noi. Così siamo andati da monsignor Montenegro, arci­vescovo di Agrigento, a proporci e lui è rimasto sorpreso. Abbiamo fatto un’esperienza sull’isola, ospi­ti della comunità di San Gerlando e del parroco don Mimmo Zambi­to, e abbiamo notato la calorosa accoglienza della gente. Ci chia­mavano le colombe bianche, per via della nostra veste. È un’isola ve­ra, si percepisce il distacco dal re­sto del mondo, ma nello stesso tempo infonde un enorme senso di apertura».
Così il 4 gennaio hanno detto il loro sì definitivo al­la nuova avventura. «La preghiera della comunità parrocchiale di Lampedusa, come anche la pre­ghiera delle nostre 20 comunità di Italia, Colombia e Romania, e degli Amici di don Morinello, prece­de, accompagna e accompagnerà nel tempo la pre­senza, il lavoro e l’apertura che la congregazione mette in atto, in questo momento - si legge in una nota - . La nostra superiora genera­le ha coinvolto in questa scelta non solo il suo consiglio e il vescovo del­la diocesi, ma è andata molto più lontano: ha scritto a Papa France­sco, chiedendogli di indicarci la da­ta dell’apertura.
La risposta non è tardata perché solo dopo pochi giorni il Papa, tramite i suoi colla­boratori, ha chiamato la madre in­dicando come data di apertura il 22 febbraio, festa della Cattedra di San Pietro. Al numero delle co­lombe bianche che atterreranno al­l’aeroporto si aggiungerà, in comunione di spirito, il Papa stesso che ci invierà sicuramente la sua be­nedizione ». E qualche settimana fa è arrivato dalVa­ticano un pensiero dell’elemosiniere di Sua San­tità, monsignor Konrad Krajenski, che ha inviato una corona del Santo Rosario alla madre generale, a nome del Papa, «il quale esprime vivo compiaci­mento e apprezzamento per la prossima apertura di una nuova comunità delle Suore dei Poveri di don Morinello sull’isola di Lampedusa».
Un avvio sotto i migliori auspici per le giovani suo­re Maria, Veronica e Paola, che «andranno un po’ all’avventura - spiega madre Maria Agnese - , pro­prio come capita ai migranti che arrivano su que­sta terra e alle persone che vivono lì. All’inizio sa­remo in una casa in affitto, poi vedremo. Saremo vi­cine ai bisogni delle famiglie, soprattutto quelle che hanno anziani in casa, ma anche ai bambini e ai gio­vani, come è nel nostro carisma». Ad attenderle ci sarà il parroco, don Zambito, che le accompagnerà nell’inserimento.
Le prime suore saranno tre, «ma tutta la congrega­zione è coinvolta e vive con entusiasmo questa nuo­va esperienza - aggiunge la madre generale - . Mol­te, anche anziane, mi scrivono mettendosi a di­sposizione, dicendosi pronte ad andare a Lampe­dusa se ci dovesse essere qualche necessità. È una cosa che mi commuove». 
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