Una strada del quartiere Barriera di Milano, periferia di Torino
"Tragedia della solitudine" si dice in casi del genere. Ma dietro a questa frase c'è sempre un dolore profondo, lacerante, una ferita non solo nell'anima di chi si è trovato a vivere all'improvviso, e senza le risorse necessarie, una condizione di vuoto assoluto attorno a sé e non ce l'ha fatta a riempirlo, ma una ferita anche nella coscienza di coloro che avrebbero forse potuto fare qualcosa per evitare l'irreparabile e invece non l'hanno fatto.
Mario aveva 48 anni, era disoccupato e abitava in una casa di ringhiera a Barriera di Milano, quartiere alla periferia di Torino, antico borgo operaio. Era rimasto solo da quando il padre era morto, tre anni fa, e la madre, gravemente malata, era stata ricoverata in una casa di riposo perché nè lui nè la sorella maggiore, che vive altrove, potevano assisterla. Poi anche mamma Maria se ne va. E da allora Mario, a sentire il racconto dei pochi conoscenti che aveva, si chiude in se stesso. Non parla quasi più. Per lui è come se fosse crollato il mondo. Usciva solo per fare la spesa o andare a comprare la pizza in corso Vercelli. Poi è arrivata la pandemia, con le chiusure del lockdown e le relazioni si sono a ridotte a zero. Già lui era un tipo schivo e taciturno. Non lavorava, anche se aveva provato a fare il bidello in una scuola, e la sorella provvedeva a pagare le spese del condominio. Gli inquilini della palazzina di via Leini hanno riferito alla polizia di averlo incrociato qualche volta sulle scale, quando scendeva a portare l'immondizia nel cassonetto: "Buona sera", più spesso un cenno del capo o un semplice "ciao ciao" con la mano. E basta. Ma è da prima di Pasqua che gli inquilini non lo vedevano più.
E nessuno ha fatto caso al fatto che la buca delle lettere di Mario era stracolma di bollette e notifiche. Finché martedì scorso, sentendo un cattivo odore provenire dal suo alloggio al terzo piano della palazzina, alcuni vicini si sono insospettiti e hanno avvertito l'amministratore del condominio che ha chiamato i vigili del fuoco i quali, sfondata la porta, hanno trovato il cadavere del quarantottenne in stato di decomposizione, "praticamente mummificato". Il decesso risale a più di sei mesi fa, ha scritto il medico legale nel referto di morte, che parla anche di "cause naturali" e specifica: "nessuna traccia di violenza o colluttazione sul corpo". Ha vissuto da solo, Mario, e nessuno se n'è accorto.