venerdì 23 gennaio 2015
​Traffico internazionale: 19 arresti in Campania e Lazio. Oltre 1.500 pezzi rubati nei giacimenti archeologici campani.
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Diciannove persone che facevano parte di un'associazione per delinquere finalizzata allo scavo e al traffico internazionale di reperti archeologici sono stati arrestati dai carabinieri nelle province di Caserta, Napoli, Salerno, Frosinone e Latina. I militari di Caserta e della Tutela del patrimonio culturale hanno recuperato oltre 1.500 reperti archeologici di diversa natura e datazione, (oltre a numerosi falsi) per un valore di 2,5 milioni di euro. I reperti provenivano da importanti giacimenti archeologici campani.C'erano due anfore con disegni del pittore greco Assteas risalenti al IV secolo a.C., trafugate a Paestum, quattro pannelli affrescati provenienti da una villa romana scoperta a Pompei a pochi metri dall'area degli scavi archeologici. E ancora, tantissimi reperti rubati nella zona collinare di Pozzuoli e nel Casertano nel sito dell'Antica Cales, tra gli oggetti recuperati in seguito all'indagine "Dedalo" coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e condotta dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio di Napoli con il supporto dei presidi dell'Arma sul territorio, ovvero la Compagnia di Capua e la stazione di Calvi Risorta. L'inchiesta per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla ricerca illecita, all'impossessamento e alla ricettazione di reperti archeologici, ha portato in carcere tre persone residenti tra Napoli e Caserta. Ai domiciliari sono finite altre 15 persone, quasi tutti "tombaroli", residenti tra Mondragone e Capua (Caserta), Capaccio (Salerno), Castellammare di Stabia, Terzigno e Napoli, Sabaudia e Formia (Latina). Gli indagati sono in tutto 43. Il valore dei reperti recuperati è di circa 2,5 milioni di euro; solo le due anfore di Assteas valgono oltre 1,5 milioni di euro. Le indagini sono partite nel 2011 quando è ripresa la campagna di scavi clandestini nell'area da 60 ettari dell'Antica Cales, nel Casertano, dopo un breve periodo di pausa dovuta ad un'indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere sui tombaroli, alcuni dei quali sotto processo. Dalle indagini è emersa l'esistenza di un'organizzazione abbastanza strutturata, in cui ogni elemento avevo il proprio ruolo. Sono stati recuperati oltre 1500 reperti, alcuni contraffatti; la maggior parte dei quali era destinata a finire in Spagna e Usa. "I committenti sono tutti privati collezionisti - ha detto in una conferenza stampa alla Procura di Santa Maria il vicecomandante del Nucleo Tutela Patrimonio di Roma Luigi Cortellessa - non abbiamo riscontrato al momento l'interesse dei Musei, che dopo le indagini degli anni scorsi ben si guardano dall'esporre reperti di dubbia provenienza. Al momento inoltre non è emerso neanche il coinvolgimento della criminalità organizzata".
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