mercoledì 20 giugno 2012
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«In Romania avevo un bambino e un lavoro in un ristorante. Ciò che guadagnavo, ci bastava. Ma la mia matrigna e altre persone, minacciando mio figlio, mi hanno costretto a spostarmi in Belgio e a diventare una prostituta. Ogni venerdì dovevo inviare loro i miei ricavi. Ero disperata e disgustata da ciò che facevo, ma non sapevo come uscirne». Teodora ha 35 anni ed è una vittima della tratta delle schiave. La salvezza la deve al proprio coraggio: ha denunciato i suoi aguzzini, contribuendo all’arresto dei capi della rete in Romania. Grazie alla collaborazione con poliziotti e magistrati, ha riconquistato la libertà e qualcosa a cui teneva anche di più: la custodia del suo bambino. «Se ce l’ho fatta, è stato solo per lui, ma le cicatrici di ciò che ho subito mi resteranno addosso per la vita». La sua storia angosciante è solo una delle migliaia contenute nei rapporti giudiziari europei sulla tratta di esseri umani, alcuni anche giovanissimi. Dai dossier dell’Europol affiora inoltre uno degli allarmi più inquietanti: in alcuni Paesi, i minori costretti a compiere «attività criminali, come l’accattonaggio organizzato, vengono acquistati come merci per 20mila euro, coi cartellini del prezzo (price tags) addosso». Bambini, raccontano gli investigatori, sottratti alle famiglie o alla strada nelle periferie dell’Est Europa e poi messi all’asta come oggetti in veri e propri mercati degli schiavi, dove gli acquirenti criminali si sfregano le mani pregustando quanto incasseranno schiavizzandoli in Italia, Francia, Spagna, Regno Unito e altre nazioni come baby mendicanti o ladruncoli, dopo un rapido e brutale addestramento.Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, nel mondo sono 20,9 milioni (5,5 milioni i minori) le vittime accertate di lavoro forzato, compreso lo sfruttamento sessuale. Nelle sole economie sviluppate (Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone, Norvegia e Paesi Ue) il numero è di 1,5 milioni, il 7% del totale. Ogni anno, aggiunge la Commissione europea, la tratta di esseri umani frutta alle organizzazioni criminali internazionali profitti superiori a 25 miliardi di euro. Molte vittime provengono da Paesi terzi, ma anche la tratta interna alla Ue è in crescita: «Centinaia di migliaia di persone sono oggetto di tratta ogni anno: donne e uomini, ragazzi e ragazze in situazioni vulnerabili sono vittime di sfruttamento sessuale o per lavoro, espianto di organi, accattonaggio forzato, servitù domestica, matrimoni obbligati, adozioni illegali e altre schiavitù». Tre quarti delle vittime individuate subiscono sfruttamento sessuale (il 76% nel 2010), altre sono costrette allo sfruttamento da lavoro (il 14%), all’accattonaggio (il 3%) e alla servitù domestica (l’1%)».I due paesi Ue da cui proviene la maggioranza relativa delle vittime, spiega a Avvenire il commissario agli affari interni della Ue, Cecilia Malmström, «sono la Romania e la Bulgaria, quelli extraeuropei Nigeria e Cina. E le vittime predilette dai trafficanti sono donne, il 79% tra il 2008 e il 2010, il 12% di giovane età». Ma il vero problema, denuncia la Malmström, è che «sono troppo pochi i trafficanti condannati». I dati mostrano infatti come il numero di condanne sia «diminuito da 1.500 nel 2008 a circa 1.250 nel 2010». Per correre ai ripari, ieri la Commissione ha adottato «la Strategia dell’Ue per l’eradicazione della tratta di esseri umani (2012-2016)», un pacchetto di misure concrete da attuare nei prossimi 5 anni, fra cui «l’istituzione di unità nazionali di contrasto specializzate nella tratta di esseri umani, la creazione di squadre investigative comuni e il coinvolgimento di Europol ed Eurojust in tutti i casi di tratta transfrontaliera». E, ancora, l’introduzione di una «Coalizione europea delle imprese» e di un «meccanismo dell’Ue per individuare, proteggere e assistere meglio le vittime».La strategia verrà ora discussa dal Parlamento e dal Consiglio d’Europa. Intanto, nell’aprile 2013, dunque fra meno di un anno, scadrà il termine per il recepimento nei singoli Stati della direttiva europea anti tratta, la 36 del 2011. «Disgraziatamente la schiavitù non è stata ancora confinata ai libri di storia. È spaventoso vedere come ancor oggi gli esseri umani, e soprattutto i bambini, siano messi in vendita e costretti al lavoro forzato o alla prostituzione - conclude il commissario Malmström -. Lo scopo della nostra iniziativa è fare in modo che le vittime ottengano sostegno e che i trafficanti siano finalmente consegnati alla giustizia».​
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