giovedì 4 giugno 2009
Oggetto del contendere la legge per l’immigrazione approvata dal Consiglio regionale lunedì scorso dopo tre sedute e oltre 30 ore di dibattito.
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Botta e riposta tra Governo nazionale e Regione Toscana. Oggetto del contendere la legge per l’immigrazione approvata dal Consiglio regionale lunedì scorso dopo tre sedute e oltre 30 ore di dibattito. Ad accendere le polveri il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, che proporrà «in Consiglio dei ministri di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge regionale». «Si tratta – ha spiegato il ministro – di una normativa inaccettabile non solo perché viola la Costituzione ma perché mira palesemente a legalizzare la clandestinità. Esattamente il contrario di quanto prevede la legislazione nazionale». E il premier Silvio Berlusconi ha confermato che il governo intende impugnare la normativa regionale. «La legge – ha risposto il presidente della Toscana Claudio Martini – è per i nostri uffici giuridici legittima perché si muove nell’ambito delle competenze regionali, per esempio in tema di sanità e sociale. Non stabilisce patenti per i clandestini e non scatenerà una guerra tra poveri». Matteoli a questo punto ha precisato come sia «fin troppo evidente che in particolare agli articoli 2, 6, 16, 18 e 19 questa legge prevede l’accoglienza, e non solo, degli stranieri a prescindere dal rispetto dei requisiti di legalità che, invece, per il Governo nazionale e per la sua maggioranza sono imprescindibili». La legge, come detto, ha passato l’esame dell’aula dopo un lungo ostruzionismo del centrodestra con la maggioranza di centrosinistra che ha risposto approvando un “maxi emendamento” che ha fatto decadere gli oltre 100 emendamenti presentati. La manovra ha sollevato le proteste dell’opposizione che ha parlato di «scelta arrogante» e di «vulnus legislativo e normativo». Tecnicamente, la modifica è stata introdotta come sub-emendamento di un emendamento all’articolo 6 già presentato e che sostituisce l’intero testo di legge dall’articolo 6 al 37. Il risultato è composto da 6 articoli, l’ultimo dei quali composto da 78 commi. Poche le novità introdotte, tra le quali la specificazione in alcuni punti della riserva di determinati servizi e prestazioni ai cittadini stranieri «muniti di regolare permesso di soggiorno» (informazione e assistenza in favore dell’imprenditoria immigrata; attività di assistenza e consulenza del difensore civico regionale). Permane, per tutte le «persone dimoranti» nel territorio regionale, «anche se prive di titolo di soggiorno», la possibilità di fruire degli «interventi socio-assistenziali urgenti e indifferibili, necessari per garantire il rispetto dei diritti fondamentali riconosciuti ad ogni persona in base alla Costituzione ed alle norme internazionali». Alberto Magnolfi (capogruppo Fi-Pdl) ha definito la presentazione della modifica un «marchingegno che ci trova contrari e contrariati» e «che certo non contribuisce a rendere questa legge migliore». Roberto Benedetti (capogruppo An-Pdl) che rimane ferma l’opposizione a una «legge che dà diritti di cittadinanza a chi non ha diritto».
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