venerdì 10 febbraio 2017
Arrivi in crescita, Vienna ripensa al progetto di una barriera
Torna l'allarme sul muro del Brennero. L'Austria: andiamo verso problemi seri
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Nessuno, per ora, lo dice ad alta voce. Ma una cosa è certa: in Austria crescono sempre più i dubbi sulla possibilità di tenere aperta la frontiera del Brennero, mentre cresce – soprattutto in Tirolo – la preoccupazione per il lento ma costante aumento dei flussi di migranti irregolari dall’Italia. Per ora l’accordo tra Roma e Vienna per evitare questa misura tiene; il ministro dell’Interno austriaco Wolfgang Sobotka continua ad elogiare l’Italia, i lavori avviati a fine 2015 per il 'muro' del Brennero restano sospesi. Sobotka, però, di recente ha dovuto ammettere che «se si arriverà a nuovi cospicui flussi, saranno attuate ampie misure di messa in sicurezza della frontiera in tutto il Tirolo». A lanciare l’allarme con più decisione, però, è il capo della polizia tirolese, Helmut Tomac. «Stiamo andando verso problemi seri» ha detto questa settimana. Tomac ha anzitutto snocciolato un dato: nel 2016 i migranti irregolari bloccati in Tirolo sono stati 11.812, il 15% in più rispetto all’anno precedente. E questo mentre il dato nazionale è in controtendenza (con un calo del 47%). Dal primo gennaio al 6 febbraio, la polizia ha bloccato 528 migranti irregolari che avevano attraversato il valico. L’occhio è rivolto naturalmente all’Italia, dove, dice Tomac, «si stanno accumulando i migranti irregolari, in Nord Africa sono pronti a partire in 350.000, la situazione peggiora sempre di più».

Il senso è chiaro: il timore a Innsbruck come a Vienna è che l’Italia non possa più, o non voglia (come in passato) trattenere in migranti irregolari. Il problema cruciale dell’Austria è quello che Tomac definisce «sandwich»: mentre il Brennero resta aperto, la Germania non solo mantiene i controlli di frontiera con l’Austria (solo pochi giorni fa la Commissione Europea ha concesso un prolungamento fino a maggio), ma anzi li ha appena rafforzati, con un raddoppio degli agenti impegnati nei controlli da 550 a oltre 1.100, con l’occhio rivolto all’andamento dei flussi attraverso il Mediterraneo Centrale. L’Austria è autorizzata a controllare solo i confini con la Slovenia e l’Ungheria. Paradosso: proprio il fatto che ora l’Italia è più ligia nel registrare i migranti irregolari con l’immissione delle impronte nel cervellone Eurodac, permette di applicare appieno il regolamento di Dublino – quello cioè che consente di rispedire nel Paese Ue di primo approdo i migranti irregolari. E questo, dice Tomac, vuol dire più tempo, mentre prima invece era molto informale, e immediato, rimandarli in Italia.

Le leggi austriache consentono di bloccare un migrante irregolare per massimo 72 ore, poi deve esser lasciato libero. Ecco perché la Germania rafforza i controlli con l’Austria. E infatti nel 2016 la Germania ha rimandato in Austria 4.750 migranti irregolari passati per il Tirolo. Ecco l’effetto «sandwich». Mentre il governo nazionale di Vienna temporeggia, quello tirolese preme, confortato da un buon 41% di tirolesi ormai favorevoli al 'muro' del Brennero (sondaggio di gennaio della Tiroler Tageszeitung). «È incomprensibile – ha tuonato il governatore di Innsbruck, Günther Platter – che si possa controllare ovunque, tranne che al Brennero». Se ciò accadesse, l’intero confine italiano uscirebbe di fatto da Schengen, visto che la Francia già controlla tutti i suoi confini per ragioni di antiterrorismo, gli svizzeri (parte di Schengen) già controllano e ovviamente seguirebbe anche la Slovenia. Sarebbe l’ultima beffa per l’Italia, già di fatto lasciata sola a fronteggiare i flussi dall’Africa.

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