lunedì 5 giugno 2023
Si è aperta sabato, con un incontro con Eraldo Affinati, la seconda rassegna di eventi per riflettere sull'importanza della fiducia nel lavoro e nei rapporti con gli altri.
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A Pisa torna, dopo il successo della prima edizione, il Piccolo Festival della Fiducia dal significativo titolo "Fidarsi è bene, non fidarsi è peggio", cinque giorni di dialoghi e incontri per riflettere sulla nostra società e sul rapporto con gli altri. L’evento, promosso dalla Libreria Pellegrini in collaborazione con la Chiesa Universitaria di San Frediano, partirà mercoledì 7 giugno e approfondirà il tema della “fiducia” nelle sue diverse declinazioni. L’idea nasce dal libro “La legge della fiducia” pubblicato, lo scorso anno per Laterza, da Tommaso Greco, ordinario di Filosofia del diritto all’Università di Pisa e curatore scientifico della rassegna. Lo slogan del Festival è un interrogativo "sappiamo ancora dire noi?" che gli organizzatori provano a risolvere in senso positivo, con incontri volti a dare valore all'altruismo e alla condivisione

«Il buon esito della prima edizione ci ha spinto a continuare anche quest'anno - ci spiega Massimo Trocchi, responsabile della Libreria Pellegrini e ideatore del Festival -. È sempre più necessario proporre luoghi di socialità condivisa. Lo scorso anno ci siamo accorti che molte persone, magari già impegnate in attività di volontariato o di sostegno nei confronti del prossimo, grazie al festival hanno vinto lo scetticismo e la disillusione che talvolta accompagnava le loro attività. Si sono sentiti chiamati per nome e valorizzati».

La rassegna si è aperta già sabato 3 giugno con un evento di anticipazione che ha visto protagonista lo scrittore Eraldo Affinati. Al termine dell'incontro - dedicato al centenario della nascita di don Lorenzo Milani - sono state presentate alcune opere di volontariato locali dedite all'aiuto allo studio per ragazzi delle scuole elementari e medie. Il Festival inizierà ufficialmente mercoledì 7 giugno e vedrà ospiti come Marco Rovelli e Ritanna Armeni, oltre alla rievocazione di un altro importante anniversario, quello della morte di Alessandro Manzoni.

«Attraverso questo festival vogliamo ricordare che dalla vita vale la pena aspettarsi qualcosa - ci spiega ancora Massimo Trocchi - e che l'altro non è un ostacolo, ma un alleato». Lo dimostra un episodio avvenuto al termine del festival dell'anno scorso, di «un uomo che non conoscevamo - racconta ancora Trocchi - che, grazie alla serie di incontri a cui aveva assistito, era riuscito a vincere la diffidenza nei confronti del suo vicino di casa e a volerne approfondire la conoscenza. Aveva smesso di vederlo come un ostacolo».


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