martedì 23 giugno 2009
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Saitta succede a Saitta. Nes­sun cambio di guardia. Tori­no rimane la roccaforte ine­spugnabile per il centrodestra. Antonio Saitta, partito democra­tico, a capo della coalizione del centrosinistra ( sostenuta da 9 partiti) si è aggiudicato il secon­do mandato da presidente della provincia di Torino. Cinquanta­nove anni, sposato con una figlia, una lunga carriera amministrati­va alle spalle, è stato premiato dalle urne ottenendo al ballot­taggio il 57,2%. Ha vinto soprat­tutto a Torino città, dove ha pre­so oltre il 60% dei consensi supe­rando nettamente la candidata del centrodestra Claudia Por­chietto. Al primo turno erano se­parati solo da poco più di 32mila voti. La contesa elettorale non ha però interessato quasi il 60% dei citta- dini che hanno scelto di non an­dare a votare, contro l’affluenza del 67,81% del primo turno. Un’a­stensione forse determinata an­che da una campagna elettorale che non è riuscita a portare in pri­mo piano il contesto in cui ope­rano le ammi­nistrazioni provinciali. Il « Saitta 2 » inizia ponendo al pri­mo posto del­l’agenda il la­voro. « Il lavoro che non c’è » commenta a caldo quando il risultato eletto­rale della sua vittoria è ormai evi­dente. «In campagna elettorale ho incontrato molte persone e tutte mi hanno chiesto un impegno preciso su questo punto. Ci do­vremo confrontare con nuovi pro­blemi legati alla crisi economica, ci impegniamo a mettere in cam- po tutte le azioni possibili, ma an­che il governo nazionale deve so­stenere questa lotta per la difesa e lo sviluppo dell’occupazione» . Non si sbilancia sulla futura giun­ta, ma conferma, come afferma­to in campagna elettorale, che ri­durrà il nume­ro degli asses­sori. « Ad e­sempio – spie­ga – accorpe­remo il lavoro con la forma­zione profes­sionale » . Infi­ne liquida co­me « fisiologico » il calo dei votan­ti al ballottaggio. Di tutt’altro pa­rere la sfidante sconfitta Claudia Porchietto, 42 anni, imprenditri­ce alla sua prima esperienza di­retta in politica, che ha registrato il 42,8%. Sostiene che ha vinto il partito dell’astensionismo. « C’è una forte disaffezione verso la po­litica – precisa – ma io continuerò ad impegnarmi in prima persona per contribuire ad invertire que­sta tendenza » . Stesso presidente, ma non ugua­le coalizione. Saitta perde infatti la sinistra radicale, che lo aveva sostenuto nel precedente man­dato e acquisisce l’Udc che all’in­domani del primo turno aveva scelto la strada dell’apparenta­mento portando in dote oltre il 4% di voti ottenuti dal candidato presidente Michele Vietti. «Rite­niamo – conferma Vietti – di es­sere stati determinanti nella vit­toria del centrosinistra. Tutto il partito si è schierato compatto nel sostenere Saitta » . L’obiettivo a questo punto per i centristi è quello di « contribuire a riequili­brare al centro il futuro governo della provincia torinese » . Quali saranno le richieste che l’Udc a­vanzerà? Vietti non si sbilancia e non le anticipa, ma nei prossimi giorni ne parlerà col neoeletto presidente Saitta. Nella nuova squadra non ci sarà la sinistra radicale, sostituita dai centristi «La priorità? Il lavoro»
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