lunedì 26 dicembre 2022
Alle Molinette della Città della salute in 100 ore ne sono stati fatti 24: 9 di fegato, 12 di rene (un paziente ne ha ricevuti due), due di polmoni, uno di cuore
L'ospedale delle Molinette a Torino

L'ospedale delle Molinette a Torino - Ansa

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Giorni di vigilia particolarmente intensi all'ospedale Molinette di Torino. Nei giorni precedenti al Natale si è disputata una vera maratona di trapianti.

In circa 100 ore, tra il 20 e il 24 dicembre, ne sono stati eseguiti 24. "Un risultato straordinario - commentano alla Città della Salute - reso possibile grazie a uno sforzo senza precedenti del personale infermieristico e, in primis, ai donatori e alle loro famiglie, piemontesi, valdostane e di altre regioni d'Italia, che per Natale hanno fatto il regalo più grande".

Fra gli interventi spicca quello relativo a un fegato trapiantato da un donatore di ben 97 anni. Questo di trapianto del fegato a un ricevente di 65 anni è da sottolineare. L'età del donatore è la più alta mai registrata dalla Rete donazione e trapianto di Piemonte-Valle d'Aosta. "Questo - spiegano alla Città della Salute - dimostra che la donazione di organi è possibile a ogni età". Ma non è il primato nazionale, che dal 12 dicembre appartiene alla Toscana: la donatrice aveva 100 anni, 10 mesi e un giorno.

"Ormai - spiega Renato Romagnoli, direttore del centro trapianti di fegato delle Molinette - è da accettare l'idea che, per quanto riguarda il fegato, non ci sono limiti di età. Ciò che conta sono le caratteristiche dell'organo". La tecnica, in queste situazioni, è quasi di routine: dopo l'espianto, all'arrivo nel Centro trapianti il fegato viene sottoposto a tecniche di ricondizionamento con macchine di perfusione 'ex situ' che gli permettono di rigenerarsi e di ottenere la massima funzionalità. Nel corso della maratona torinese la procedura è stata seguita per sei interventi su un totale di nove.

Inoltre dodici sono stati i trapianti di rene (un paziente ne ha ricevuti due), due di polmoni, uno di cuore. Un terzo degli organi proveniva da fuori Piemonte. Il direttore generale della Città della Salute, Giovanni La Valle, ringrazia "tutte le équipe e i familiari del donatori, che con il loro gesto di grande generosità hanno permesso di dare nuova vita ai pazienti trapiantati". "È stata - osservano alla Città della Salute - una grande prova di organizzazione. Le sale operatorie sono state mantenute costantemente attive, lo sforzo del personale infermieristico è stato senza precedenti, il coordinamento fra le varie squadre è stato impeccabile".

Sono state eseguite anche operazioni tuttora possibili in pochi ospedali d'Italia, come i due trapianti di fegato e due di rene da donatori a cuore fermo. "Tante cose complesse - commenta Romagnoli - in un tempo limitato. Siamo i primi in Italia da 25 anni. E tutto questo in un ospedale che, dal punto di vista complessivo, presenta criticità che devono essere risolte".

"Le attività di trapianto d'organo - commenta Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute - non hanno mai sosta e questa organizzazione straordinaria lo ha dimostrato anche nei giorni di festa. Un ringraziamento, va ribadito, a tutte le equipe e ai familiari dei donatori che con il loro gesto di grande generosità hanno permesso di dare una nuova vita ai pazienti trapiantati".


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