mercoledì 28 febbraio 2024
Il presidente della Repubblica chiama il capo della Polizia. Meloni e Piantedosi: deriva pericolosa, stop violenze. Il ministro alle Camere dopo i fatti di Pisa, dove sabato è atteso un altro corteo
Il corteo degli antagonisti a Torino

Il corteo degli antagonisti a Torino - Ansa

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Basta violenze: quelle della Polizia, che hanno suscitato aspre polemiche dopo i manganelli usati venerdì scorso a Pisa e Firenze contro anche dei minorenni, ma anche e soprattutto quelle contro la Polizia. Mercoledì pomeriggio a Torino una cinquantina di antagonisti ha accerchiato una volante della Polizia davanti alla Questura, nel tentativo di liberare un cittadino di origini marocchine, fermato martedì notte mentre imbrattava il sottopasso di corso Grosseto con scritte contro le forze dell’ordine. E subito è scattata la solidarietà, con di nuovo in campo anche Sergio Mattarella, ma anche la difesa a spada tratta delle forze dell'ordine da parte del governo.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato il capo della Polizia per essere informato di quanto avvenuto e per esprimere solidarietà agli agenti della pattuglia aggredita a Torino. Inoltre ha ribadito fiducia e vicinanza nei confronti della forze dell'ordine

Il titolare del Viminale lo definisce un «inaccettabile atto di violenza» e «una gravissima aggressione» alla Polizia, «sintomatica del clima di veleno e sospetto a cui sono sottoposti in questi giorni le forze dell’ordine, a cui va la mia solidarietà e vicinanza». In serata, è la stessa premier - intervistata dal Tg2 - a stigmatizzare l’accaduto: «Qualche ora fa, 50 autonomi dei centri sociali hanno assaltato una macchina della polizia a Torino per liberare un immigrato che doveva essere rimpatriato. Quanti di quelli che in questi giorni hanno attaccato le forze dell’ordine in modo indiscriminato, vogliono anche esprimere solidarietà a questi agenti che stanno facendo il loro lavoro?», argomenta la premier, ritenendo un «gioco» molto «pericoloso togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra». Rispetto alle manganellate a Pisa e a Firenze, la presidente del Consiglio osserva: «Non si può parlare delle forze dell'ordine solo quando qualcosa non funziona perché in tutti gli altri casi» quando «120 agenti di polizia che sono finiti all'ospedale» nessuno «ha detto a loro grazie e allora forse è il caso di farlo», Tuttavia, considera ancora Meloni, in caso di abusi nell’uso della forza, non debbono essere fatti sconti: «Se poi qualcuno sbaglia chiaramente, si deve intervenire e sanzionare, come prevede l’ordinamento».

Le opposizioni: chiarezza sui fatti di Pisa e Firenze. C’è attesa intanto per l’informativa che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi terrà giovedì in Parlamento sui fatti di Pisa e di Firenze, dove la scorsa settimana agenti di Polizia hanno manganellato studenti che manifestavano per la Palestina. In Consiglio dei ministri, il titolare del Viminale ha dato una prima chiave di lettura dei fatti, asserendo che a Pisa «non era stato presentato alcun preavviso alla Questura» e che «i manifestanti non hanno voluto fornire indicazioni su dove fossero diretti, provando, a forzare il blocco delle forze di polizia e venendo volutamente a contatto coi reparti mobili». Ma le opposizioni (che col dem Matteo Mauri esprimono solidarietà agli agenti aggrediti a Torino) lo incalzano. «Mi aspetto che il ministro faccia chiarezza su tutta la catena di comando - dice il sindaco di Firenze Dario Nardella -. Ci sono responsabilità evidenti. Se è intervenuto il capo dello Stato Sergio Mattarella, una ragione ci dev’essere».


La dirigente del reparto mobile trasferita. La procura pisana e quella fiorentina hanno aperto due fascicoli. In particolare a Pisa, dove nelle cariche sono stati feriti 13 studenti, i pm vagliano le posizioni di 15 agenti del Reparto mobile e di un funzionario incaricato di sorvegliare la piazza. Intanto ieri si è appreso del trasferimento ad altro incarico della dirigente dello stesso Reparto mobile fiorentino, Silvia Conti, che oggi verrà avvicendata da un collega. Il timing della decisione ha indotto alcuni media a collegarlo agli episodi incriminati, ma in serata fonti del Dipartimento di Pubblica sicurezza hanno precisato che la dirigente (59 anni, prima donna a guidare un reparto mobile, dal 2021 a Firenze e prossima alla pensione dopo trent’anni di servizio) non è stata rimossa, ma solo trasferita ad altra sede, per uno spostamento programmato e slegato dai fatti dei giorni scorsi. Chi ha sentito la dirigente l’ha trovata «serena». Da quanto si apprende, non avrebbe avuto ruoli operativi nella gestione dell’ordine pubblico durante i fatti di Pisa e Firenze, ma solo disposto l’invio delle squadre di agenti richieste dalle due questure.


Affondo e scuse della consigliera 5s. In Toscana, scoppia un caso dopo le parole di una consigliera regionale di M5s, Silvia Noferi: «Le forze dell’ordine avranno pure preso degli sputi, ma forse se li sono anche meritati», ha detto in aula, mentre si discutevano le mozioni sugli scontri. Insorge la Lega («una frase vergognosa»), prima della retromarcia di Noferi: «Mi scuso con le forze dell’ordine».

Sabato nuovo corteo. E sul fronte dell’ordine pubblico, la situazione resta calda. A Pisa un’affollata assemblea pubblica di studenti ha indetto per sabato un nuovo corteo, al quale sono attese migliaia di persone. Secondo i promotori, i manifestanti chiederanno «le dimissioni del questore di Pisa Sebastiano Salvo, e di tutte le autorità che hanno gestito la piazza venerdì scorso», ma anche «il sostegno alla Palestina sotto attacco».

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