martedì 21 aprile 2009
Nella missiva si chiede al capo dello Stato di impedire che passi l'articolo 10 bis del testo unico per la sicurezza sui luoghi di lavoro. La norma prevede di punire la condotta dei datori di lavoro, in caso di infortunio, solo a determinate condizioni: tra queste, quella che non vi siano responsabilità degli operai coinvolti.
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I parenti delle vittime del rogo alla Thyssen di Torino, del 6 dicembre 2007, hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che arriverà oggi nel capoluogo piemontese, per chiedere di intervenire per impedire che passi l'articolo 10 bis del testo unico per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Si tratta di una norma che prevede di punire la condotta dei datori di lavoro, in caso di infortunio, solo a determinate condizioni: tra queste, anche la condizione che non vi siano responsabilità degli operai coinvolti. La norma, così formulata, rischierebbe di avere conseguenze giudiziarie anche sulla punibilità degli imputati nel processo Thyssen, che è ripreso questa mattina a Torino.A denunciare la formulazione dell'articolo 10 bis è stata ieri la Fiom, ma già nelle settimane scorse il pm Raffaele Guariniello aveva segnalato che la norma sarebbe in contrasto con l'articolo 40 del codice penale secondo cui "chi non fa di tutto per impedire un evento, avendo l'obbligo di farlo, è come se cagionasse l'evento stesso". "È strano che vogliano introdurre una simile norma proprio ora che ci sono in corso i processi Thyssen e Eternit" hanno commentato alcuni parenti a margine dell'udienza. In aula, dove intanto è in corso il controesame dei periti, è stata esposta sui banchi, come sempre, la foto dei sette operai deceduti nel rogo del 6 dicembre 2007 con sotto la scritta: "Non uccideteli una seconda volta".
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