sabato 29 gennaio 2011
Se il giornalismo «cederà alle logiche di potere, si degraderà fino all'irrilevanza»: il monito è stato lanciato dall'arcivescovo di Milano, che ha incontrato i cronisti in occasione della festa di san Francesco di Sales, patrono della categoria. Dal canto suo il card. di Napoli, in una analoga iniziativa, ha auspicato che i cattolici possano «mettere una tenda» per annunciare Cristo non solo nei luoghi usuali, ma in quelli più ampi e nuovi offerti dalle nuove tecnologie.
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CARD.TETTAMANZI: GIORNALISMO NON CEDA ALLE LOGICHE DI POTERESe il giornalismo «cederà completamente alle logiche di potere, si degraderà fino all'irrilevanza come è stato per altre funzioni un tempo fondamentali della società»: il monito è stato lanciato dall'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, che ha incontrato i cronisti in occasione della festa di san Francesco di Sales, patrono della categoria. L'invito fatto dal cardinale è stato quello alla ricerca della verità che non è solo il racconto di un episodio, ma l'inserirmento dei fatti in un contesto più ampio. «La realtà - ha sottolineato - non può essere utilizzata come una 'cava di pietrè da saccheggiare per costruire a nostro piacere un orizzonte di senso preordinato, aprioristico. Purtroppo pare proprio questo uno degli stili dominanti nell' informazione, specie in politica: usare gli episodi della realtà per dare forza a questo o a quello schieramento politico, per consolidare questa o quella costruzione artificiale della realtà».L'informazione politica non si limiti al «racconto degli scandali». È l'invito arrivato dal cardinale Dionigi Tettamanzi nel corso dell'incontro con i giornalisti in occasione della festa del patrono della categoria san Francesco di Sales. «Nessuno chiede di tacere episodi, fatti, denunce, indagini che riguardano quanti sono chiamati ad animare e a guidare il Paese e dai quali tutti attendono esemplarità, nel pubblico e nel privato - ha detto -. Ma, mi domando: giornali e tv contribuiscono davvero a costruire e a promuovere la pubblica opinione quando si lasciano contagiare dal clima avvelenato e violento causato da una politica che dimentica o sottovaluta i bisogni reali e concreti delle persone?». «I problemi veri del nostro Paese - ha detto - non sono certo quanto da mesi leggiamo nelle cronache politiche». CARD. SEPE: METTERE UNA TENDA NELLA RETEMettere una tenda là dove annunciare e portare Cristo e non solo nei luoghi fisici noti ed usuali, ma in quelli più ampi e nuovi offerti dalle nuove tecnologie: l’invito è del cardinale arcivescovo Crescenzio Sepe che ha concluso a Napoli il pellegrinaggio sulla comunicazione attraverso la Campania, organizzato dalla Commissione per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale regionale. «Mettere una tenda nella Rete – insiste il cardinale - perché la Chiesa è chiamata da Cristo ad andare in tutto il mondo, che vuol dire andare dove vive, agisce, opera, comunica l’uomo. I nuovi strumenti di comunicazione sono messi a disposizione dalla Provvidenza perché i cristiani possano mostrare la propria autenticità e comunicare la verità. Sta a noi accogliere questi segni e trasformarli per l’evangelizzazione». Con il cardinale Sepe anche monsignor Domenico Pompili - che parla di «missionarietà nella Rete – e Angelo Scelzo – che sottolinea come il Papa stia aiutando «a riflettere sul nuovo mondo della comunicazione». Valeria Chianese
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