martedì 30 agosto 2022
Per la carenza della produzione dei semiconduttori, le nuove carte non avranno l’identificativo digitale e non potranno essere utilizzate come carta nazionale dei servizi
Tessera sanitaria senza microchip, è rischio caos
COMMENTA E CONDIVIDI

E' caos tessere sanitarie senza microchip: la carenza dei semiconduttori per la produzione dei microchip mette a rischio le prenotazioni e tutte quelle operazioni online che gli italiani sono soliti fare con la tessera sanitaria. Un decreto del Mef del 1° giugno ha stabilito che le tessere possono essere stampate anche senza microchip. Ma non possiede, in questo caso, le funzionalità della carta nazionale dei servizi. Non può cioè essere utilizzata per confermare l’identità digitale, in caso di conferimento dei rifiuti, ad esempio o per l’acquisto nei distributori automatici e tutte le volte che poteva essere utilizzata per identificare l’identità digitale. «Per noi sicuramente è un disagio», spiega Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio. «Il problema per le tessere sanitarie ci sarà non appena scadranno e arriveranno le nuove – prosegue D’Amato – La cosa anomala è che scade quella con il chip e viene sostituita da una senza. Sul sistema di prenotazione non dovremmo avere problemi per tutti coloro che hanno Spid e la carta di identità elettronica. Gli unici sono quelli che accedono inserendo la tessera sanitaria in un lettore ma dovrebbero essere molto pochi».
Il decreto del ministero ha previsto che si possa prorogare la validità dell’utilizzo del microchip della Ts-Cns (tessera sanitaria, carta regionale dei servizi, ndr) già attivata dal cittadino consentendo di poter utilizzare, fino al 31 dicembre 2023, la propria tessera precedentemente ricevuta, anche se riporta sul fronte una data di validità già scaduta.
Ormai quasi tutte le Regioni si stanno riorganizzando. «Si deve correre al più presto ai ripari, non possiamo tornare certo ai codici a barre per le prenotazioni. Per ora in Umbria non abbiamo ritorni negativi ma è un problema che va affrontato» spiega Luca Coletto, responsabile sanità della Lega e assessore alla Sanità dell’Umbria. Anche in Lombardia, l’impatto delle tessere sanitarie senza microchip per il momento «è limitato». «Dei 18 milioni di accessi al Fascicolo sanitario elettronico registrati quest’anno in Lombardia solo il 2,3% è stato effettuato attraverso la Carta nazionale dei servizi» sottolinea Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia. «L’Identità digitale Spid e la Carta d’identità elettronica sono valide alternative già utilizzabili e utilizzate. L’indicazione è nel frattempo di conservare la vecchia tessera con il chip, in modo eventualmente da poterla utilizzare, seguendo le indicazioni del Mef per l’aggiornamento del software».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: