mercoledì 7 settembre 2022
Le priorità per il Paese in un documento in sei punti. Serve un modello sociale innovativo basato sulla sussidiarietà. E l'Europa deve puntare sulla pace
Un senza fissa dimora sotto la Stazione centrale di Milano

Un senza fissa dimora sotto la Stazione centrale di Milano - Imagoeconomica

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«Mettete in agenda la solidarietà». E l’appello lanciato dal Forum del Terzo settore alle forze politiche in vista delle elezioni politiche. In un documento in sei punti di cui si è discusso questa mattina a Roma con i rappresentanti di tutti i partiti, il Forum declina le priorità per il Paese.

«Il Terzo settore è pioniere di innovazione, di un modello diverso di economia e di relazioni sociali», ha spiegato la portavoce Vanessa Pallucchi, nel quale «la solidarietà non deve essere solo una richiesta e un bisogno ma invece una leva del processo di cambiamento e di sviluppo». In questa visione, le fragilità sociali «non vanno considerate una tassa da pagare ma come leve su cui costruire discontinuità», ha spiegato.

Il documento presentato sottolinea l’aggravarsi delle disuguaglianze in Italia e rileva come solo lo 0,7% del Pil sia investito nei servizi sociali territoriali (la media Ue è al 2,5%) e appena lo 0,28% in cooperazione allo sviluppo mentre si prevede di aumentare al 2% la spesa militare. Se il Paese non cambierà strada «subirà gli aspetti negativi dei processi economici globali e dello stravolgimento socio-ambientale che ne comprometterà le prospettive future». Serve pertanto un nuovo modello che ha come chiave di volta un sussidiarietà più trasversale e diffusa, dove il terzo settore lavori in condivisione con il pubblico e non in sua sostituzione, con una nuova governance di intervento nel sociale che abbia l’obiettivo di dare risposte più puntuali ai bisogni dei cittadini e capace di di sviluppare nuova occupazione incentrata su «innovazione, cultura, prevenzione ambientale e cura della persona».

Sei le direttrici di lavoro indicate dal Forum al mondo politico. Il contrasto delle povertà e delle disuguaglianze, che passa da una riforma che rafforzi il Reddito di cittadinanza, dal sostegno dei salari e di un’occupazione non precaria. Con un netto no all’autonomia regionale differenziata in nome di un federalismo solidale. Una Economia sociale, che significa Benessere equo e sostenibile e giusta transizione ecologica e digitale. Un Welfare che assicuri davvero il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni sociali. La promozione della pace in una Europa del dialogo e dell’accoglienza. L'Europa deve «recuperare il proprio ruolo e i propri valori, puntando sulla pace, la diplomazia e il multilateralismo», con l'obiettivo di un «immediato cessate il fuoco in Ucraina» e la ricerca di una soluzione diplomatica , ha affermato la portavoce.

Occorre inoltre «Promuovere cittadinanza e partecipazione», anche attraverso una legge per i minori di origine straniera, con l'impegno costante verso l’integrazione dei cittadini. «Siamo un Paese a bassissima natalità ma facciamo politiche che invece di includere in una prospettiva di cittadinanza globale pongono barriere anche di tipo ideologico», ha osservato Pallucchi. L’ultimo punto riguarda appunto un maggiore investimento nel Terzo settore con una spinta all’amministrazione condivisa e alla co-progettazione dei servizi, rafforzando nel contempo le competenze nelle pubbliche amministrazioni.


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