martedì 17 novembre 2009
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«Siamo molto preoccupati. Questi non scherzano». Un ufficiale dell’antiterrorismo non nasconde il timore dopo aver letto il documento dei Nat (Nuclei di azione territoriale) che ieri è arrivato anche alle redazioni milanesi de L’Unità, della Rai, di Mediaset e nella sede del quotidiano "Il Giornale".«Seppure fra contraddizioni il documento dei Nat mostra alcune novità», spiega ancora uno dei più esperti cacciatori di eversivi. «Stavolta – insiste – è diverso». Ad un occhio attento le quattro pagine di risoluzione strategica, contengono alcuni passaggi decisivi. Recentemente tra le sigle antagoniste e movimentiste c’è stato chi ha accusato di «avventurismo» i «compagni» che vorrebbero cominciare a menare le mani. «Avventurista non è chi pone questo problema al centro della discussione – rispondono i Nat – ma chi in nome di un astratto principio legalitario (...) manda lavoratori e precari ad uno scontro disarmato con le forze del regime». Tra i destinatari di questa risposta probabilmente ci sono anche i Carc, i Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo. A ottobre una mail firmata "Comitato Annamaria Mantini" era arrivata a La Repubblica di Firenze. Veniva espressa solidarietà a Alessandro Della Malva, il capo toscano dei Carc arrestato l’11 ottobre a Pistoia dopo un assalto alla sede di Casapound (frequentata dalla destra radicale). Nel loro congresso celebrato a Viareggio l’1 e il 2 novembre i Carc dicono però di volersi battere nei «residui spazi di agibilità democratica». Ai Nat posizioni del genere non vanno giù. «Non si può invertire la rotta – polemizzano – con volantini, cortei, assemblee. La fine dei partiti di sinistra ha affossato qualsiasi illusione "riformista" per una nuova fase politica».La lettera trasmessa alle redazioni dei giornali è dunque da considerarsi come «un messaggio destinato soprattutto – spiegano dall’antiterrorismo – agli indecisi». Strategica sarebbe poi la scelta delle testate locali. In una prima fase il messaggio è stato inviato a "La Provincia" (quotidiano che ha edizioni a Como, Lecco, Varese e Sondrio), e al Resto del Carlino di Bologna. Secondo gli investigatori (che hanno aperto inchieste a Bologna e Milano) ciò corrisponde alla volontà di parlare a chi in quelle aree potrebbe sposare la causa dei Nat. Non a caso il ministro dell’Interno Maroni ha parlato di almeno cinque «cellule»: a Como, Varese, Lecco, Bergamo e Bologna. Con i nuovi destinatari raggiunti ieri gli eversivi non avrebbero invece voluto fare altro che «allargare il dibattito», indicando forse anche alcuni obiettivi. Le porte sono aperte ad accogliere «chiunque condivida – scrivono i "Nuclei" – quanto abbiamo esposto in questo documento».Il prossimo passo potrebbe non essere un nuovo volantino. Ma non vorrebbe dire il ritorno al silenzio dei sedicenti Nat.
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