Si è ormai completato il dispositivo che innalza la vigilanza contro il rischio di attentati. Dopo la circolare del capo della polizia, Antonio Manganelli, i prefetti hanno infatti messo in atto sul territorio le misure necessarie per adeguare il livello di protezione degli obiettivi sensibili. L’allarme attentati è stato rilanciato dal Cremlino e dal Mi5, i servizi segreti britannici, anche se il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano ha frenato, dicendo che «non esistono segnalazioni specifiche, ma una notevole precauzione derivante sia dalla presenza in Libia di soggetti del nuovo terrorismo di area salafita e di al-Qaeda, sia in presenza di reazioni che un vecchio terrorista come Gheddafi può scatenare, avendo già una remota ma terribile esperienza su questa materia». Intanto al Viminale il “Casa” (Comitato di analisi strategica antiterrorismo), formato da forze di polizia e di intelligence, si è riunito in seduta permanente per analizzare le minacce. Per ora non ci sarebbero segnalazioni attendibili di azioni contro l’Italia, ma lo scambio di informazioni con i servizi segreti stranieri si è intensificato. E oggi il direttore del Dis, Gianni De Gennaro, riferirà al Copasir sulla situazione. In Francia ieri è stata evacuata la torre Eiffel per un pacco sospetto. Sorvegliati speciali, poi, i circoli libici sostenitori del Rais presenti in Italia. Senza dimenticare che Mohammed Game, l’uomo che fece esplodere un ordigno in una caserma di Milano nell’ottobre del 2009, era libico. Occhi aperti anche sui circuiti fondamentalisti islamici, che potrebbero raccogliere l’appello di Gheddafi contro i «crociati». Insomma cellule “dormienti” si potrebbero attivare da un momento all’altro. Controlli potenziati poi sui flussi di migranti in arrivo dalla Tunisia, tra i quali, è l’allarme del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, potrebbero nascondersi terroristi infiltrati. C’è poi l’incognita di una possibile ripresa di sbarchi dalla Libia, che potrebbe accrescere il rischio. Roma, ma anche Milano, sono le città dove l’attenzione è maggiore. Nella capitale sono oltre mille i siti sensibili presidiati dalle forze dell’ordine tra ambasciate (in particolare quelle della Francia e degli altri Paesi della coalizione che è intervenuta in Libia), aeroporti e stazioni. Sorvegliate speciali anche le basi militari, come il comando navale della Nato per il Mediterraneo a Napoli e la base americana di Aviano (Pordenone), da cui si susseguono i decolli dei caccia per operazioni nel Paese nordafricano. Il prefetto di Pordenone ha chiesto di potenziare la sorveglianza attorno alla base, aumentando i pattugliamenti lungo le strade della zona.