sabato 22 agosto 2009
Ieri la consegna delle chiavi. Il parroco di San Demetrio: le aspettavamo come la manna nel deserto. E dopo le abitazioni - costruite a tempo di record - si farà la chiesa.
  • Anno Celestiniano, Giubileo speciale per L'Aquila
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    Si guardano intorno increduli, con gli occhi di chi pensa che quelle trenta strutture in legno, calde ed accoglienti, non saranno certo la loro vecchia abitazione, ma sono pur sempre una casa con bagni e cucina autonomi e discreti. Per gli abitanti di San Demetrio e della piccola frazione di Stiffe è un giorno di festa per la consegna delle prime casette in legno, costruite per loro dalla Provincia di Trento. Sulla collina del comune a pochi chilometri dall’Aquila fino a tre mesi fa non c’era nulla. Le strutture da 50 e 70 metri quadri, con interno in legno e rivestimento ad intonaco, sono venute su a tempo di record con il lavoro dei volontari trentini e daranno ospitalità ad un centinaio di persone. Un tetto sulla testa e chiavi in mano, con fiocco rigorosamente bianco e rosso, i colori del Trentino. Per chi vive in tenda da oltre quattro mesi nel vicino campo di accoglienza di San Demetrio questi 'nidi' dai colori caldi, dal mobilio essenziale e delicato sono il primo passo per uscire dalla precarietà. In più sono antisismiche, e qui in Abruzzo non è poco, perfettamente isolate, perciò fresche d’estate (in tenda in questi giorni torridi ci vuole poco a raggiungere i 40 gradi) e calde d’inverno. Ma la cosa più importante per gli sfollati di questo comune di mille e seicento anime è l’aver iniziato a ricostruire le proprie vite, partendo dalle case. Benedice le baite, infatti, citando il Vangelo di Luca che parla appunto di quei 'porti sicuri' che sono la dimora della famiglia, don Luigi Malcocci. «In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa». Le parole dell’evangelista suonano come un buon auspicio per gli abruzzesi che pace non hanno più da tempo. «Stavamo aspettando queste casette come la manna nel deserto – spiega il sacerdote – non saranno abitazioni definitive, ma è comunque una grazia che il Signore ci ha concesso». Al taglio del nastro inaugurale tanti curiosi cittadini, ma anche la Provincia di Trento al gran completo, che ha investito nella ricostruzione 11 milioni di euro e, oltre alle altre 13 case già donate a Coppito, entro settembre consegnerà ai terremotati 320 abitazioni. «Anche questo è un modo di fare l’unità d’Italia, di cui tanto si parla in questi giorni. – precisa il presidente della Provincia autonoma Lorenzo Dellai –. Il nostro segreto? L’efficienza degli apparati e la grande disponibilità del nostro volontariato». Ma c’è qualcosa di più profondo che unisce queste due terre così lontane e apparentemente distanti: l’essere popoli della montagna. A ricordare, poi, la vicinanza delle due province le frecce in legno all’ingresso del nuovo villaggio che indicano la distanza tra la terra terremotata e le bellezze trentine. «Noi e gli abruzzesi siamo simili – continua Dellai – vogliamo perciò costruire anche una vera amicizia, come abbiamo fatto in passato in altri luoghi». Infine una promessa: pensare in questo posto immerso nel verde dell’Appennino anche alla chiesa. «Lo faremo – conclude il presidente – perché siamo convinti che sia importante non solo dare le case a questa gente, ma anche i luoghi che rimandano ai valori tradizionali». Consolidare i rapporti e renderli duraturi. Il gemellaggio tra due realtà montane non è solo una frase di circostanza. Il sindaco di San Demetrio, Silvano Cappelli, è incredulo di questo primo traguardo raggiunto e guarda al futuro. «Vorrei consolidare i rapporti con i trentini – sottolinea – con un gemellaggio e sdebitarmi in qualche modo dando loro ospitalità». La soddisfazione è evidente anche sui volti della Protezione Civile e delle autorità provinciali. «Finalmente si rialza la testa – commenta il numero due della Protezione civile, Bernardo De Bernardinis –, dietro queste case c’è moltissimo lavoro e non è frutto della bacchetta magica, ma di professionalità e costanza, che a volte lo scontro politico offusca». È un passo che può ridare sicurezza alla gente, dice infine il presidente della Provincia dell’Aquila Stefania Pezzopane, «che constata la precarietà di tutti i giorni. È il segnale tangibile di un’Italia unita che nei momenti di bisogno c’è».
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