giovedì 6 ottobre 2022
Il "Commissario anti-roghi" Romano: l’emergenza non è finita, ciclo di smaltimento insufficiente. In forte aumento le sanzioni. A settembre scoperti 80 nuovi siti di sversamento
Una discarica abusiva

Una discarica abusiva - A.M.M.

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Calano i roghi ma crescono moltissimo gli scarichi abusivi di rifiuti. Lo segnala l’ultimo “report” dell’incaricato per il contrasto al fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania, il viceprefetto Filippo Romano. Dati che confermano come, purtroppo, l’emergenza rifiuti nella Terra dei fuochi sia tutt’altro che finita. Frutto soprattutto di un ciclo di smaltimento assolutamente insufficiente. Emergono anche i numeri positivi del contrasto agli inquinatori, con un forte aumento delle sanzioni economiche, più che decuplicate rispetto alla media degli anni precedenti, e arrivate a quasi 2 milioni e 700mila euro solo nello scorso mese di settembre.

Un buon segnale sul funzionamento dei controlli ma, purtroppo, la conferma che l’illegalità continua. «Il mese di settembre 2022 – scrive il “Commissario antiroghi” – vede la conferma del ritrovato trend positivo di diminuzione degli incendi di rifiuti nella cosiddetta Terra dei fuochi: gli eventi incendiari sono stati 69, contro i 130 del mese di settembre 2021 (175 a settembre 2020) e i 108 dello scorso mese di agosto».

Un calo costante negli ultimi mesi, rispetto agli anni precedenti, malgrado un anno particolarmente caldo e poco piovoso. I roghi, infatti, erano stati 102 a maggio (161 e 128 nei due anni precedenti), 140 a giugno (rispetto a 171 e 158), 194 a luglio (contro 301 e 204), 108 ad agosto (erano stati 241 e 198). Ancora al di sopra dei valori invernali i dati relativi ai Comuni costieri (Mondragone, Castel Volturno, e Giugliano in Campania), dove si sono registrati 15 roghi a giugno, 52 a luglio, 16 ad agosto e 10 a settembre contro lo 0 dei mesi invernali. «Appare confermata – si legge ancora – la stagionalità del fenomeno in forte connessione con il numero dei dimoranti (il numero di roghi in aree urbane dove esistono carenze strutturali nel sistema di raccolta è direttamente proporzionale al numero dei residenti)».

Tuttavia anche in queste aree il calo è evidente: nel settembre del 2020, infatti, i roghi sulla fascia costiera erano stati 31 e 26 nel 2021. Il Comune più interessato al fenomeno è costantemente Castel Volturno, ma in quel territorio comunale la diminuzione appare ancora più rilevante: 18 nel settembre 2020, 12 nel settembre 2021, appena 4 quest’anno.
Gli incendi presso i campi rom, segnala il “report”, sono stati il 4,7% del totale, «in ulteriore diminuzione rispetto ai mesi precedenti; va tuttavia ribadito che si tratta sovente di roghi di significative dimensioni e di grande visibilità, tali da destare forte allarme sociale». Come detto, invece, sono ancora in aumento gli abbandoni. Così l’analizza il commissario antiroghi. «Ove l’azione preventiva e repressiva fa diminuire il numero di eventi incendiari, non riduce la quantità di rifiuti abbandonati nel territorio, notoriamente connessa ai problemi strutturali del ciclo dei rifiuti». In altre parole la mancanza ancora in Campania di un sistema efficiente e completo di impianti per la gestione dei rifiuti, sia urbani che industriali, spesso di aziende in nero. Così si continua a scaricare illegalmente.

A settembre sono stati scoperti 80 nuovi siti di sversamento di rifiuti, rispetto ai 2 dello stesso mese del 2021 e ai 15 del 2020. Aumentano per fortuna anche i risultati del contrasto. «Dallo scorso mese di maggio – sottolinea il viceprefetto Romano – si è adottato un nuovo modello di controlli sul territorio “a sorpresa”, sempre concentrati sulle attività di trasporto abusivo e scarico di rifiuti, ovviamente senza trascurare le attività commerciali, industriali, artigianali e agricole e le filiere produttive». Così, sempre a settembre, su 39 attività produttive controllate ben 20 sono state sequestrate. Bravi gli uomini delle forze dell’ordine e dell’esercito, ma che più del 50% delle aziende sia irregolare è sicuramente preoccupante. Lo conferma «il rilevantissimo incremento delle sanzioni, più che decuplicate rispetto alla media degli anni precedenti, a testimonianza di una attività di contrasto e prevenzione che si fa sempre più incisiva».

Ben 2 milioni e 681mila euro nel solo mese di settembre, rispetto ad appena 125mila euro dello stesso mese del 2021 e ai 223mila del 2020. Ma anche negli scorsi mesi si è colpito duro: 1 milione e 300mila euro a maggio, 1 milione e 651mila euro a giugno, stessa cifra a luglio, 2 milioni ad agosto. Cifre che spiegano bene come ecofurbi e ecocriminali siano, purtroppo, ancora attivissimi.

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