sabato 21 maggio 2011
La piccola di Teramo, dimenticata dal padre in auto per cinque ore, non c'é più, ma grazie a lei un bambino che aveva poche ore di vita ha un fegato nuovo e un futuro davanti a sé. Una bambina di due anni, in attesa di trapianto, vivrà con il suo cuore. Un terzo piccolo paziente ha ricevuto i reni.
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Elena non c'é più, ma grazie a lei, Tommaso, un bambino ligure di nove mesi che aveva poche ore di vita, ha un fegato nuovo e un futuro davanti a sé. Una bambina di due anni, in attesa di trapianto, vivrà con il cuore di Elena. Un terzo piccolo paziente ha ricevuto i reni. «Per noi oggi rinasce una nuova speranza», dice il padre di Tommaso: «Ringraziamo i genitori per il gesto grande, e prezioso, che hanno deciso di compiere». «Siamo vicini a loro in questa tragedia enorme che li ha colpiti». Parole che forse aiuteranno la mamma di Elena, Chiara Sciarrini, e il padre, Lucio Petrizzi, a superare un dolore atroce: aver perso la loro bambina di soli 22 mesi, e averla vista spegnersi piano piano, a dispetto di terapie, macchinari avanzati, sale operatorie e tutto quello che un ospedale di eccellenza del ventunesimo secolo poteva fare per lei, perché il papà non ha saputo proteggerla dal proprio stress, dalla stanchezza, dal «non fermarsi mai» che accomuna tutti. L'ha dimenticata per cinque ore, al sole, nell'auto parcheggiata nel cortile dell'Università di Teramo, dove insegna, convinto di averla già accompagnata alla scuola materna. Era la mattina del 18 maggio, e fino alle 17 di sabato pomeriggio Elena ha lottato per farcela, e i genitori con lei. Alle 23 i medici del presidio materno-infantile Salesi di Ancona si sono dovuti arrendere, ed è cominciata un'altra corsa, per riannodare il filo di una vita a quello, sottilissimo, dell'esistenza a rischio di altri tre bambini. Tre nomi fra i tanti, nella lista di attesa pediatrica nazionale. In collaborazione con il Nord Italia Transplant di Milano e il Centro Regionale Trapianti delle Marche, Elena è stata sottoposta ad un prelievo multiorgano negli Ospedali Riuniti di Ancona, terminato alle 6 di domenica. Tre le equipe coinvolte, di Ancona, Bergamo e Torino. Il cuore è stato trapiantato negli Ospedali Riuniti di Bergamo su una bambina di due anni, da Amedeo Terzi, responsabile del Centro trapianti cardiaci, e Leonardo Galletti, responsabile della Chirurgia pediatrica. La piccola, affetta da cardiomiopatia dilatativa, si era aggravata proprio ieri, giorno in cui per lei «si è aperta una nuova opportunità». Il fegato è toccato a Tommaso, nove mesi, cinque chili e mezzo di peso, una diagnosi di atresia delle vie biliari: «Tommaso ce la farà, ne sono certo. Elena ha ridato la vita ad un altro bimbo», ha detto al termine dell'intervento, eseguito alle Molinette di Torino, il prof. Mauro Salizzoni. I reni della piccola, prelevati dal dottor Federico Mocchegiani, della Clinica Epatobiliare dell'Ao di Ancona, sono stati portati al Bambin Gesù di Roma, dove i nefrologi hanno valutato la corretta funzionalità degli organi, decidendo poi di impiantarli su un bimbo. I resti di Elena sono composti nell'obitorio dell'ospedale anconetano di Torrette, dove oggi è prevista l'autopsia. Ormai vuoto il suo lettino nella Rianimazione del Salesi, l'"ospedaletto" ancora circondato da pullmini e parabole tv, un assedio che aveva convinto Chiara Sciarrini a difendere il compagno in video, e «urlare al mondo intero l'amore che aveva verso la figlia», sollevandolo da ogni responsabilità. Come molte giovani donne che si incrociano nei reparti, Chiara partorirà di nuovo, fra due mesi, un'altra bambina. Nell'atrio del nosocomio corse di bambini, risate, capricci. Un ciclo che ricomincia, come ogni giorno. Ma davanti all'edicola con le locandine, Elena non ce l'ha fatta, donato il cuore, le mamme abbassano la voce, medici e infermieri scivolano via in silenzio. «È stata molto dura anche per noi», la confidenza a notte fonda di Francesca De Pace, coordinatore ospedaliero per la donazione e i trapianti.ALLEGGERITA POSIZIONE PADRE, OGGI AUTOPSIA Un dettaglio, con ogni probabilità, per l'uomo chiuso nel suo dolore, ma Lucio Petrizzi, il docente universitario teramano che mercoledì scorso ha dimenticato in auto la figlia di 22 mesi, morta sabato dopo tre giorni di coma, affronterà con un'ipotesi di reato più leggerà il dolore mescolato al rimorso per la morte della sua primogenita e il peso di una posizione giudiziaria aperta. Il magistrato che conduce l'inchiesta, il sostituto procuratore di Teramo Bruno Auriemma, lo ha formalmente indagato per omicidio colposo, come atto dovuto e necessario perché si possa procedere con l'autopsia sul corpicino di Elena. Il reato è previsto dall'articolo 589 del Codice penale. Si è trattato della modificazione dell'iniziale ipotesi, informale, di abbandono di minore.
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