mercoledì 10 marzo 2010
L'Ufficio elettorale del Tribunale di Roma ha respinto la lista del Pdl di Roma. La decisione è arrivata poco dopo le 20. Nel pomeriggio invece il Tar della Lombardia aveva definitivamente riammesso la lista "Per la Lombardia" di Formigoni, con una decisione che prescinde dal recente decreto.
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    Nuovo round negativo per la lista del Pdl nel Lazio. Anche l’ufficio elettorale del Tribunale di Roma non dà sponda al centrodestra. Non ammette infatti la lista provinciale riconsegnata soltanto lunedì pomeriggio dai rappresentanti del Pdl di Roma. La decisione arriva al termine di una lunga riunione, cominciata attorno alle 9 del mattino e terminata dopo le otto di ieri sera. La decisione dell’ufficio elettorale è notificata al presidente del XIX municipio Alfredo Milioni. Commenta poco dopo Silvio Berlusconi: il Tar ha respinto «non solo il nostro ricorso, ma anche l’invito» del Presidente della Repubblica.Una decisione, quella di Piazzale Clodio, sulla quale ha pesato da un lato il decreto interpretativo varato dal governo venerdì scorso, che di fatto consente alle liste inadempienti di riconsegnare la documentazione il primo giorno feriale successivo alla pubblicazione del decreto, e cioé proprio lunedì. Dall’altro ha giocato l’orientamento del Tar, che nella sua ordinanza dell’altroieri esclude espressamente l’applicabilità del provvedimento del governo, dal momento che le elezioni amministrative sono regolate da una legge regionale di cui la Regione Lazio si è dotata. D’altra parte, a tagliare la testa al toro era stato per il Tar il "buco" di quasi sette ore, tra la scadenza prevista per la consegna delle liste e l’orario in cui la lista provinciale del Pdl era stata effettivamente consegnata nelle mani dei carabinieri. Adesso dunque gli avvocati del Pdl stanno «lavorando per predisporre l’appello al Consiglio di Stato», l’ultima spiaggia. Con la speranza che i giudici di «Palazzo Spada si esprimano già venerdì prossimo.L’opposizione gongola. «Accogliamo la decisione della Corte d’Appello con soddisfazione, perchè ristabilisce le condizioni democratiche del nostro Paese respingendo al mittente la vera e propria truffa del Pdl che voleva presentarsi dieci giorni dopo tempo massimo e con documenti raffazzonati», dice Stefano Pedica dell’Idv. «La nuova decisione di inammissibilità della lista Pdl di Roma era inevitabile dopo le motivazioni addotte ieri dal Tar», sostiene Stefano Ceccanti del Pd. «Se la motivazione è sul fatto rappresenta la conferma di ciò che è già stato detto dal Tar e contro i fatti è inutile polemizzare» afferma uno dei legali del Pd Gianluigi Pellegrino.In ogni caso, minimizza la candidata del centrodestra Renata Polverini, la sua corsa non si ferma: «C’è una candidata di centrosinistra e una di centrodestra, che non partono alla pari perché io non posso contare sul partito più forte di Roma. Ma non è vero che non ci sono candidati. I candidati ci sono e la campagna va avanti». E Mario Baccini chiede «di verificare anche la regolarità delle liste che sostengono la Bonino. Si sta consumando un vero e proprio esproprio della sovranità popolare. Sia chiaro che non rinunceremo ai nostri simboli e a fare campagna elettorale. Su questa inquietante storia di esclusione della lista del Pdl a Roma è necessario fare chiarezza». Emma Bonino e i radicali confermano intanto la richiesta di rinviare di un mese le elezioni regionali per «ripristinare la legalità».Via libera a Formigoni. Roberto Formigoni può tirare un sospiro di sollievo. Il Tribunale amministrativo regionale ha confermato, così come aveva già fatto sabato – ma stavolta decidendo nel merito – la riammissione della lista “Per la Lombardia” e degli elenchi associati di Pdl e Lega Nord. Un verdetto che per il centrodestra, come ha spiegato il suo candidato alle regionali, appunto il governatore uscente Formigoni, «mette la parola fine» sul caos liste lombardo, perché «è una sentenza, tombale e definitiva. Ora bisogna solo pensare ai programmi e al futuro della Lombardia». Non la pensano però così nel centrosinistra. Da giorni infatti, un pool di giuristi ingaggiati dalla Lista Penati sta valutando la possibilità di un ricorso Consiglio di Stato, nel caso in cui il Tar si fosse espresso - e così è stato - a favore di Formigoni.«Se il Pdl fa ricorso nel Lazio contro l’esclusione della lista del Pdl, sancita dal Tar – ha spiegato Filippo Penati, candidato in Lombardia per il centrosinistra – allora noi faremo appello contro l’eventuale riammissione di Formigoni. I nostri legali confermano che questa possibilità c’è». E a riguardo, proprio ieri sera, dopo le 19, nel quartier generale del Pd lombardo, gli avvocati sono stati convocati dai vertici del partito per un nuovo approfondimento sul dossier “ricorso”, che però, a questo punto, si annuncia per certi aspetti in salita, visto che i giudici amministrativi lombardi, nel loro giudizio, hanno escluso l’utilizzo del decreto del governo. Uno dei legali della Lista Penati, Marilisa D’Amico, docente di Diritto costituzionale all’Università Statale di Milano, ha parlato però di sentenza «debole», perché a conti fatti «non affronta, né vuole affrontare il problema della regolarità delle liste» e che quindi, come ha spiegato ancora Penati «ci sono gli estremi per un appello» al Consiglio di Stato.Anzi uno degli scenari ipotizzato da alcuni dirigenti del Pd è quello del «Molise 2001», quando dopo un anno, proprio per un problema di firme, si ritornò al voto amministrativo, a seguito di un ricorso, quella volta però, presentato da Forza Italia. «La validità della presentazione della Lista di Formigoni resta molto dubbia – hanno chiarito ancora gli avvocati della Lista Penati –. Per questo potrà essere impugnata anche dopo le elezioni da qualunque elettore». Anche i Radicali hanno assicurato che stanno pensando al ricorso. Insomma una situazione ancora fluida per il centrosinistra, che però nel Pdl si vuole chiarire definitivamente , visto il fuoco di sbarramento arrivato sul partito nei scorsi giorni, non solo dalle opposizioni, ma anche dall’alleato, cioè la Lega Nord. «Questa sentenza – ha detto il vice coordinatore regionale azzurro Massimo Corsaro – ha fatto pulizia, anche di alcune decisioni della Corte d’Appello di Milano che ha usato due pesi e due misure, uno con noi e uno con le altre liste».
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