mercoledì 30 novembre 2011
Sono una decina gli arresti eseguiti in mattinata su richiesta della Dda di Milano nell'ambito di un nuovo capitolo dell'inchiesta "Infinito", coordinata da Ilda Boccassini. Tra loro il giudice del Tribunale di Reggio Calabria Vincenzo Giglio, accusato di corruzione e rivelazione di segreti d'ufficio. Indagato anche il gip di Palmi Giancarlo Giusti, che sarebbe stato corrotto con viaggi ed escort. In manette anche il consigliere regionale della Calabria Francesco Morelli (Pdl).
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Questa mattina è scattata l'esecuzione di una decina di arresti nell'ambito di un nuovo capitolo dell'inchiesta "Iinfinito", condotta dalla Dda di Milano e da quella di Reggio Calabria. Tra le persone finite in manette c'è anche un giudice del Tribunale di Reggio Calabria, Vincenzo Giglio. Le accuse nei suoi confronti sono corruzione e favoreggiamento personale. Tra gli arrestati figura anche un avvocato di origine calabrese. Il gip di Palmi, Giancarlo Giusti, indagato per corruzione in atti giudiziari nell'inchiesta della Dda di Milano, sarebbe stato corrotto, da quanto si è saputo, con alcuni viaggi nel nord Italia e con alcune escort da Giulio Giuseppe Lampada, che è finito in carcere per associazione mafiosa ed altri reati sempre nell'ambito dell'operazione di oggi. In una nota firmata a metà mattina dal procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, si legge che sono dieci le persone arrestate nell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dai pm Paolo Storari e Alessandra Dolci. Oggi, si legge nel comunicato, la Dda "nel quadro di una indagine svolta in coordinamento con la Dda della Procura di Reggio Calabria, ha dato esecuzione all'ordinanza emessa dal gip di Milano il 10 novembre scorso". In particolare, sono finiti in carcere Raffaele Ferminio per associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni, un medico di Reggio Calabria, Vincenzo Giglio, per concorso esterno in associazione mafiosa, Giuseppe Vincenzo Giglio, presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria per corruzione, rivelazione di segreti d'ufficio e favoreggiamento personale aggravato dalla finalità di favorire l'associazione mafiosa, Francesco Lampada per corruzione e intestazione fittizia di beni, già detenuto per associazione mafiosa, concorso in usura e intestazione fittizia di beni.In carcere poi anche Giulio Giuseppe Lampada, per associazione mafiosa, corruzione, concorso in rivelazione di segreti d'ufficio, intestazione fittizia di beni, Vincenzo Minasi, avvocato del foro di Palmi e con studi a Milano e Como, per concorso esterno in associazione mafiosa, rivelazione di segreti d'ufficio, intestazione fittizia di beni, reati aggravati dalla finalità di favorire l'associazione mafiosa.L'ordinanza in carcere firmata dal gip Giuseppe Gennari riguarda anche Luigi Mongelli, maresciallo capo della Guardia di Finanza, arrestato per corruzione, Giuseppe Morelli, consigliere regionale calabrese, per concorso esterno in associazione mafiosa, rivelazione di segreti d'ufficio e corruzione e Leonardo Valle per associazione mafiosa, corruzione e intestazione fittizia di beni. Ai domiciliari, invece, è finita Maria Valle, moglie di Francesco Lampada, arrestata per corruzione. Sono in corso anche numerose perquisizioni della squadra mobile di Milano e di Reggio Calabria tra il capoluogo calabrese e quello lombardo. Tra i destinatari delle perquisizioni anche Giancarlo Giusti, giudice del Tribunale di Palmi, che è indagato per corruzione in atti giudiziari. Da quanto si è appreso, sarebbe stato il presunto affiliato alla 'ndrangheta Giulio Giuseppe Lampada a pagare una ventina di viaggi al giudice nel Nord Italia, il quale poi avrebbe intrattenuto anche rapporti con alcune escort, in un hotel milanese in zona San Siro. Per quanto riguarda invece la posizione di Giuseppe Vincenzo Giglio, il magistrato della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, finito in carcere in base all'ordinanza del gip di Milano Giuseppe Gennari, il prezzo della corruzione nei suoi confronti sarebbe stato quello di favorire, tra le altre cose, la carriera della moglie. Da quanto si è saputo, infatti, la moglie del magistrato è stata dirigente provinciale ed è poi diventata commissario straordinario della Asl di Vibo Valentia. Dalle indagini è emerso anche che il medico Vincenzo Giglio, cugino del magistrato di Reggio Calabria, avrebbe appoggiato la campagna elettorale di Leonardo Valle, arrestato oggi per associazione mafiosa, che si era candidato in un comune dell'hinterland milanese, senza poi essere eletto. L'avvocato del foro di Palmi Vincenzo Minasi, anche lui arrestato, avrebbe raccolto una serie di notizie riservate su alcune indagini cheriguardavano il clan Valle. Sempre stando a quanto si è saputo, il consigliere regionale calabrese del Pdl Giuseppe Morelli, finito in carcere, avrebbe anche lui acquisito notizie riservate rivolgendosi al magistrato Giglio, il quale gli avrebbe mandato anche un fax per tranquillizzarlo sul fatto che non ci fosseroindagini penali a suo carico. La Dda di Milano e il gip milanese hanno individuato la competenza territoriale della magistratura milanese per queste indagini perchè il reato al centro dell'inchiesta è quello di associazione mafiosa che riguarda il clan Valle, reato che attira anche gli altri reati 'satellitè.
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