venerdì 15 maggio 2009
È morta ieri a Roma, all'età di 87 anni, Susanna Agnelli. Era stata ricoverata al policlinico Gemelli il 16 aprile scorso per i postumi di un intervento traumatologico dopo la rottura del femore. La Agnelli era stata Ministro degli Esteri durante il governo Dini e ricopriva la carica di presidente della Fondazione Telethon.
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uni Agnelli se n’è andata, in punta di piedi, così come aveva vissuto, nonostante appartenesse a una delle più importanti famiglie italiane e avesse ricoperto ruoli politici di grande rilievo. È morta ieri sera, poco dopo le 18, al Gemelli di Roma, per i postumi di un intervento traumatologico dal quale non si era mai ripresa. La sua vita, fatta di garbo, stile ma anche di polso, si è svolta in un certo senso tutta all’interno di quel perimetro valoriale (azienda-famiglia-Patria), in cui è stata rigidamente educata e che ha raccontato con maestria nel suo romanzo, diventato un best-seller, "Vestivamo alla marinara". Nata nel 1922, terzogenita di Edoardo, più giovane di Gianni di solo un anno, non aveva disertato l’impegno durante la Seconda Guerra Mondiale, arruolandosi nella Croce Rossa e imbarcandosi sulle navi per portare aiuto ai feriti. Sposata con Urbano Rattazzi, aveva avuto sei figli. Militante del Partito Repubblicano, come suo fratello Gianni, è stata per lunghi anni sindaco del comune di Monte Argentario, facendosi apprezzare da subito per il suo spirito ecologista ante-litteram. Non mancarono le critiche: fu accusata di essere un’ambientalista-snob, interessata a preservare un angolo di natura incontaminata riservato ai ricchi. Comunque fosse, quelli erano gli anni della speculazione ed è certo merito di Susanna Agnelli che quell’angolo di paradiso non sia sia trasformato in una colata di cemento. L’impegno amministrativo andò di pari passo con quello politico nazionale: fu senatrice, sempre nelle liste del Pri, deputata europea, apprezzata sottosegretario agli Esteri, dove si distinse per l’impegno a favore dei Paesi in via di sviluppo. La sua autorevolezza fece sì che venne scelta, in un momento difficile per il Paese, come ministro degli Esteri nel governo tecnico di Lamberto Dini tra il 1995 e il 1996: fu la prima (ed unica) donna a guidare la Farnesina.Animatrice instancabile di iniziative benefiche, fu presidente della Fondazione Telethon italiana. Fu lei, infatti, nel 1990 a importare dall’America l’idea di una grande maratona televisiva benefica. L’idea era venuta nel 1966 a Jerry Lewis, l’attore comico americano che aveva inventato la prima non-stop televisiva per raccogliere fondi a favore della ricerca sulla distrofia muscolare riscuotendo un successo senza precedenti. Grazie alla Agnelli la maratona Telethon sbarcò anche in Italia, sulle reti Rai. Susanna Agnelli teneva anche una seguitissima rubrica di posta sul settimanale "Oggi". I suoi amici e congiunti la ricordano come una signora alla mano, ma dallo stile inarrivabile.Numerosissimi i messaggi di cordoglio del mondo istituzionale, politico e sociale. «Partecipo al vostro dolore per la scomparsa della Signora Susanna Agnelli – ha scritto il premier Silvio Berlusconi in un telegramma alla famiglia Agnelli – alla quale mi legava un cordiale rapporto di simpatia ed amicizia». Per il presidente del Senato Renato Schifani «l’Italia perde una donna dalle straordinarie qualità, che ha posto con profonda dedizione la sua intelligenza e le sue conoscenze al servizio del Paese. Una protagonista della cultura e della politica». Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha definito "Suni" Agnelli «una donna che con intelligenza e discrezione ha rappresentato un lodevole esempio di impegno e di  passione civile, ricoprendo con grande senso dello Stato importanti incarichi istituzionali e onorando la Repubblica con la propria esperienza e il proprio patrimonio di idee».Tra i tanti messaggi di cordoglio, anche l’attuale ministro degli Esteri Franco Frattini e l’ex Lamberto Dini, i ministri Ignazio La Russa e Stefania Prestigiacomo, il segretario del Pd Franceschini, Piero Fassino, il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini.
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