mercoledì 29 giugno 2011
In 5mila, secondo le forze dell'ordine, 20 mila per gli organizzatori, sono scesi in piazza a Susa, per una fiaccolata alla quale hanno partecipato molti sindaci e amministratori locali.
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Era il villaggio dei No Tav, il simbolo della Libera Repubblica della Maddalena, come gli stessi attivisti l'avevano chiamata. Poi è stato, per poche ma drammatiche ore, un campo di battaglia dove sono piovute pietre e lacrimogeni. Poi, ancora, è diventato un cantiere brulicante di 150 operai impegnati ad alzare recinzioni e a spianare il terreno. Così, per la terza volta in poco più di 24 ore La Maddalena di Chiomonte ha cambiato completamente volto. E questo mentre migliaia di persone - 5mila secondo le forze dell'ordine, 20mila per gli organizzatori - sono scese in piazza, in serata, a Susa, per una fiaccolata alla quale hanno partecipato molti sindaci e amministratori locali con la fascia tricolore. In sei settimane l'intera area di 36mila metri quadri (più di cinque campi di calcio) sarà pronta per l'inizio dei lavori di scavo del tunnel geognostico della Torino-Lione, che dureranno tre anni. Ci saranno un cancello di ingresso sulla strada asfaltata e rete metalliche lungo tutto il perimetro.Anche i piazzali davanti al Museo archeologico e all'azienda vinicola sono stati recintati. Dell'"accampamento resistente" realizzato dagli oppositori della Torino-Lione rimangono poche tracce: qualche tenda rotta, una ventina di sedie accatastate, uno scaffale metallico sbilenco, una vecchia roulotte. Qualche No Tav si aggira ancora per recuperare gli ultimi oggetti rimasti, ma presto il cantiere sarà definitivamente off limits. «Hanno devastato molte nostre tende - accusano due uomini del movimento - le hanno usate come gabinetto, hanno fatto sparire soldi e oggetti personali». Dei messaggi di protesta contro la ferrovia ad alta velocità resta un solo segno, un grande manifesto legato a un traliccio con la scritta: ''Maroni manda le truppe contro i popoli delle Alpi che difendono i loro territori''.Polizia e carabinieri bloccano gli accessi sulla strada dell'Avanà, dalla centrale idroelettrica in su, proteggono gli operai delle ditte. Sono molte decine e hanno sistemato i loro uffici provvisori anche nei locali del Museo Archeologico. Staranno lì - viene spiegato - finché ce ne sarà la necessità. Una sistemazione che ha fatto andare su tutte le furie l'assessore alla Cultura di Chiomonte, Cristina Uran, spingendola addirittura a dimettersi. «Si sono piazzati lì, senza neppure chiedere il permesso. E intanto tutta l'area della Maddalena sta subendo una devastazione vergognosa».All'uscita dal tunnel dell'autostrada Torino-Bardonecchia lo svincolo per l'accesso dei mezzi di cantiere è stato costruito a tempo di record, lavorando anche la scorsa notte. Dove ieri mattina i manifestanti hanno cercato di bloccare forze dell'ordine e operai, oggi c'è una strada sterrata. Alla centrale idroelettrica è stato abbattuto l'imponente cedro che ieri i No Tav hanno cercato di fare cadere per bloccare la ruspa prima che spazzasse via le barricate No Tav. Sulla strada dell'Avanà restano i segni del suo passaggio, pezzi delle barricate rimosse sono finite nei vigneti. E una coppia, furibonda, è andata a protestare oggi nell'ufficio del Comune: «È la vigna di mio padre, che ha 88 anni - ha spiegato una donna di Chiomonte - e adesso chi toglie le traverse di legno che sono state spinte sui filari? E perché nessuno ci fa entrare nei nostri terreni?». Così il sindaco Renzo Pinard ha chiesto al prefetto di Torino «di allargare le maglie dei controlli per i proprietari dei terreni alla Maddalena».
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