martedì 5 settembre 2023
Dopo l'attacco di Giorgetti («fa venire i mal di pancia») Conte, sostenuto dai dem, lo difende e accusa: all'opposizione dicevano il contrario. Ma il governo pensa a un'estensione per i condomini
Rissa sulla misura, ma spunta una proroga
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La rissa sul Superbonus segna l’avvio del cammino accidentato verso la manovra, con Giancarlo Giorgetti che lo dipinge come una sciagura per la «prudente» finanziaria immaginata dal governo e Giuseppe Conte (sostenuto dai dem) a esaltarlo come il motore di un’Italia «Ferrari» ridotta a «bicicletta a pedalata assistita» dall’esecutivo in carica. Baruffa condita dall’immancabile battaglia sui numeri, in cui ognuno sciorina i propri tra debiti ereditati e punti di Pil guadagnati. Nel mezzo, la mossa di Palazzo Chigi che, pur attaccando la misura dal giorno dell’insediamento della squadra di Giorgia Meloni, pensa ora a una proroga per i condomini che hanno già iniziato i lavori e possono vantare uno stato di avanzamento del 60%.
A riaprire le ostilità dopo l’affondo del titolare del Mef davanti alla platea di Cernobbio («il Superbonus mi fa venire il mal di pancia») è il leader grillino. Che accusa il governo di «gettare fango sul passato» per coprire i suoi «disastri» e nella speranza che «qualche cittadino in buona fede ci caschi». «Il Superbonus è una misura che, dati alla mano, ha creato 1 milione di posti di lavoro, un rientro di gettito fiscale per le casse dello Stato e un impatto sulla crescita del Pil che ha fatto scendere il debito pubblico di 10 punti in due anni – rivendica l’ex premier –. Dire che è solo un costo sulle spalle dei cittadini è una menzogna e fa capire quanto il governo Meloni sia del tutto impreparato ad affrontare il tema degli investimenti». Per di più, fa notare ancora l’avvocato pugliese, «dall’opposizione Fratelli d’Italia chiedeva di estenderlo e prorogarlo» e «la Lega nel 2022 sottolineava che ha creato lavoro per imprese, artigiani e operai e valore per le famiglie. Oggi scopriamo che le stesse forze politiche che lo difendevano a gran voce hanno il “mal di pancia” solo a parlarne».
Da Palazzo Chigi non si scompongono più di tanto e l’attacco al provvedimento prosegue con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari : «Dobbiamo fare i conti con il fardello del Superbonus, erano previsti 36 miliardi di spesa, siamo oltre 100 e considerando il complesso dei bonus edilizi introdotti dal governo Conte due siamo a oltre 140 miliardi – ragiona –, senza contare le molte irregolarità che sono state trovate». Il tema, insomma, è caldo e abbastanza sentito da convincere il Pd a entrare nella contesa per fare da sponda ai grillini: «Sarebbe da chiedersi se quell’Enrico Zanetti, che da consigliere economico di Giancarlo Giorgetti non perde occasione di demonizzare il Superbonus, sia lo stesso che ha elaborato il recente studio della Fondazione Commercialisti italiani dove viene certificato che il 110 per cento – ironizzano i deputati Marco Simiani e Ubaldo Pagano – generando un incremento di Pil superiore a 90 miliardi di euro a fronte di 60 miliardi di spesa pubblica, abbia avuto un impatto positivo sulle finanze dello Stato».
Anche la maggioranza però (almeno su questo argomento) può vantare i suoi sostenitori esterni e dall’ex Terzo polo il coro contro la misura arriva unanime. Per il leader di Azione Carlo Calenda si tratta di una «vergogna da non rivendicare», mentre per Raffaella Paita di Italia viva è solo «l’ennesima maxi truffa proposta dai grillini. C'è ancora qualche paladino - si chiede la coordinatrice nazionale del partito fondato da Matteo Renzi – che si è scoperto d'improvviso favorevole, che ha il coraggio di difenderlo?».

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