martedì 28 agosto 2012
​Seconda notte a quasi 400 metri di profondità per i minatori della Carbosulcis asserragliati dalle 22.30 di domenica nei pozzi della miniera di Nuraxi Figus, a Gonnesa.
COMMENTA E CONDIVIDI
Seconda notte a quasi 400 metri di profondità per i minatori della Carbosulcis asserragliati dalle 22.30 di domenica nei pozzi della miniera di Nuraxi Figus, a Gonnesa. Il presidio nel sottosuolo è scattato con un vero e proprio blitz per sollecitare la Regione Sardegna a intervenire con il Governo per sbloccare il progetto di rilancio della miniera che prevede la pubblicazione del bando internazionale per la privatizzazione e l'avvio del programma integrato miniera, carbone, centrale, cattura e stoccaggio CO2 in sottosuolo. Un programma che, come spiegano i rappresentanti della Rsu. "puo rilanciare la miniera e l'intero settore industriale".Da ieri mattina, a 373 metri sotto il livello del mare anche il deputato iglesiente del Pdl, Mauro Pili, che ha trascorso la prima notte sottoterra. "La notte è passata tranquillamente - spiega al telefono che collega la superficie con il sottosuolo - la protesta continua assieme ai lavoratori. Attendo la convocazione della commissione dalla Camera prima del 31 agosto". Pili poi aggiunge: "La preoccupazione è che non si sottovaluti quanto succede nel Sulcis".La protesta dei lavoratori, dunque, va avanti ad oltranza. Tra di loro ci sono anche quattro donne. Stamane, assieme ai colleghi, sono entrate nella gabbia che le ha portate nelle viscere della terra. Sono in tutto sette le donne che lavorano assieme a circa trecento minatori che lottano per la sopravvivenza dell'ultima miniera attiva del Sulcis.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: