lunedì 28 giugno 2010
L'uomo era stato fermato dai carabinieri, intervenuti per sedare una rissa e ha trascorso la notte nella camera di sicurezza. Si tolto la vita impiccandosi spinto, forse, dal timore di essere espulso. Nella notte due suicidi sventati in extremis nelle carceri di Piacenza ed Enna.
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Un marocchino di 22 anni si è tolto la vita la notte scorsa all'interno di una camera di sicurezza della questura di Agrigento. L'uomo era stato arrestato ieri dai poliziotti del commissariato di Montechiaro che erano intervenuti per sedare una rissa. Secondo la ricostruzione dei poliziotti il marocchino era andato in escandescenza e probabilmente aveva anche fatto uso di sostanze stupefacenti. Subito dopo l'arresto era stato rinchiuso in una camera di sicurezza della questura in vista dell'udienza di convalida del suo fermo in programma stamattina. Ma l'uomo, eludendo la sorveglianza, la notte scorsa si è impiccato utilizzando probabilmente una cintura. A questa tragica decisione potrebbe essere stato spinto forse anche dal timore di essere rimpatriato. Sul posto si è recato il magistrato di turno della Procura di Agrigento che sta cercando di ricostruire quanto accaduto.La situazione di grave tensione e disperazione che si respira nelle carceri italiane trova conferma in altri due drammatici episodi che si sono verificati a Enna e Piacenza dove due uomini hanno tentato il suicidio. Entrambi sono stati salvati in extremis dagli agenti di polizia penitenziari. Il Sappe, sindacato autonomo di categoria, torna a lanciare un appello contro il sovraffollamento dei penitenziari italiani: oltre 68 mila detenuti presenti in carceri costruite per ospitarne a mala pena 43 mila. «I dati - spiega Donato Capece, segretario generale del Sappe - parlano chiaro. Lo scorso anno nelle carceri italiane ci furono oltre a 5.941 atti di autolesionismo che non hanno avuto gravi conseguenze solamente grazie al tempestivo intervento ed alla professionalità delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria. Così come nei 944 tentativi di suicidio di altrettanti reclusi».Un detenuto italiano di circa trent'anni ha tentato di togliersi la vita la scorsa notte, verso l'una, nel carcere di Piacenza. Gli agenti avevano appena fatto il consueto giro di controllo, quando sono stati attirati dalle grida che provenivano da una cella. Qui, appena entrati, hanno visto tre detenuti che stavano sollevando il loro compagno di cella, il quale si era impiccato con un rudimentale cappio fatto con le lenzuola. «Grazie al pronto intervento degli agenti e alla fondamentale collaborazione dei detenuti un'altra vita è stata salvata nel "Vietnam" delle carceri italiane», commenta il segretario generale aggiunto del Sappe, Giovanni Battista Durante, che ricorda come «solo in Emilia-Romagna è già il quarto detenuto salvato in dieci giorni: due a Parma, uno a Bologna e uno a Piacenza».
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