martedì 7 dicembre 2021
Esperimento della Harvard Medical School e del Mit di Boston sui topi: la produzione di una molecola nelle mamme con infiammazione può alterare lo sviluppo del cervello del feto e il suo microbioma
Studio Usa: possibile legame tra autismo e infezione in gravidanza
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Una gestante che contrae un’infezione durante la gravidanza, produce livelli elevati di una molecola – la “Interleuchina-17a” – in grado di alterare lo sviluppo del cervello del feto così come il suo microbioma, con il rischio di aumentarne le possibilità di sviluppare disturbi dello spettro autistico. È questa, in estrema sintesi, la conclusione dello studio condotto dagli scienziati della Harvard Medical School e del Mit (Massachusetts) di Boston che hanno condotto le ricerche, per il momento sui topi, con risultati molto interessanti. E potenzialmente "preoccupanti", vista la propagazione della pandemia e gli effetti a lungo termine che l’infezione da Sars-CoV-2, durante la gestazione, potrebbe provocare sui bambini.

Lo studio, pubblicato su Immunity, dovrà ora essere confermato anche sugli esseri umani ma avvalora «l'ipotesi di una correlazione tra problemi del sistema nervoso centrale e del sistema immunitario negli individui con disturbi dello spettro autistico». Gli esperimenti sui topi hanno «dapprima confermato che l'attivazione immunitaria materna (Mia) può contribuire a una maggiore suscettibilità all'infiammazione intestinale nella prole». I cuccioli di madri con Mia mostravano sintomi riconducibili all'autismo e infiammazione intestinale in caso di esposizione ad altri stimoli infiammatori. In un secondo lavoro, gli scienziati americani hanno affidato i topolini nati da madri con Mia alle cure di esemplari sani, per valutare la correlazione tra autismo e infiammazione. I piccoli che crescevano insieme a topi sani, ma nati da madri con Mia, mostravano comportamenti simili all'autismo, ma non sembravano manifestare sintomi dell'infiammazione intestinale.

Al contrario, i topolini nati dal gruppo sano e allevati da mamme con Mia non mostravano sintomi correlati all'autismo, ma erano suscettibili all'infiammazione intestinale. Questi dati, dicono i ricercatori, «suggeriscono che lo sviluppo neurologico dipende da fattori antecedenti alla nascita, mentre la risposta immunitaria può formarsi in un momento successivo». In un'altra serie di esperimenti, i ricercatori hanno scoperto che, inibendo l'Interleuchina-17a durante la gravidanza, nella prole non vi era traccia di infiammazione intestinale. Gli studi sull’uomo serviranno a confermare o meno quanto avviene nei topi. E, in caso affermativo, a disegnare strategie terapeutiche del tutto nuove per arginare nei feti i rischi legati all’insorgenza dell’autismo.

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