venerdì 21 febbraio 2014
​Accolto il ricorso della procura: annullate le assoluzioni di Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte. Confermata invece quella di Delfo Zorzi. Soddisfatti i familiari delle vittime.
LA SCHEDA Il processo infinito
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La Cassazione non mette la parola fine alla vicenda giudiziaria legata alla strage di piazza della Loggia, avvenuta il 28 maggio 1974. Morirono 8 persone e 103 rimasero ferite. E ordina di celebrare un nuovo processo d'appello a carico di Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, due degli imputati assolti in appello  I giudici hanno infatti accolto il ricorso della Procura generale di Brescia contro le due assoluzioni. Esce, invece, definitivamente di scena Delfo Zorzi, l'ex estremista di destra oggi imprenditore in Giappone. La Cassazione ha respinto il ricorso della Procura generale di Brescia e delle parti civili contro la sua assoluzione, che è quindi diventata definitiva. La sentenza della Quinta sezione penale della Cassazione è stata accolta con le lacrime da parte dei superstiti e dei parenti delle vittime. "Meglio di così non poteva andare", ha detto commosso Redento Peroni, uno dei 103 feriti dalla bomba piazzata sotto il colonnato. "Dalla sentenza della Cassazione abbiamo la conferma della responsabilità della destra e dei depistaggi". Lo ha detto il presidente dell'associazione per i caduti delle vittime per la strage di Piazza della Loggia commentando il verdetto di oggi. "Va rivalutata - ha aggiunto - la posizione di Carlo Maria Maggi in quanto responsabile di Ordine Nuovo, così come quello di Tramonte come soggetto interno alla destra". "L'esito della sentenza della Cassazione premia l'impegno ininterrotto della Procura di Brescia che, invece, a Milano, con Piazza Fontana, è mancato", commenta il gip di Cremona Guido Salvini, che, da giudice istruttore a Milano si occupò dell'inchiesta sulle "trame nere", che sfociò nel procedimento sull'eccidio del 12 dicembre del '69 nel capoluogo lombardo. La Cassazione ha anche annullato la sentenza della Corte d'assise d'appello di Brescia nella parte in cui condannava le vittime, costituitesi parti civili, al pagamento delle spese processuali in ragione dell'assoluzione degli imputati. Il nuovo processo in appello che dovrà essere celebrato dovrà anche pronunciarsi su questo punto. Confermata invece la sentenza nella parte in cui escludeva il risarcimento da parte del generale dei carabinieri Francesco Delfino. Su questo punto, i giudici non hanno accolto le richieste del sostituto procuratore generale Vito D'Ambrosio che aveva chiesto il rinvio in sede civile per il risarcimento ad una delle vittime che aveva presentato ricorso.

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