domenica 8 agosto 2021
Hanno cambiato la mobilità nel nostro Paese al tempo del Covid. Ma hanno dato vita anche a eccessi. Si pensa pure al limite a 30 km orari e allo stop alla sosta selvaggia
L’utente di un monopattino elettrico nel centro storico di Roma

L’utente di un monopattino elettrico nel centro storico di Roma - Ansa

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Monopattini sì, ma con un minimo di regole. Saranno anche mezzi ecologici e sostenibili, ma spesso chi li conduce non rispetta le norme minime di sicurezza per la circolazione stradale e pedonale. E quando si smette di usarli giacciono abbandonati e d’intralcio sui marciapiedi. È per questo che la commissione Trasporti alla Camera è al lavoro su una proposta di legge ad hoc che punta all’obbligo del casco, ai limiti di velocità e alla maggiore età per usare quello che è diventato in un anno mezzo – da poco prima dell’emergenza Covid – il primo veicolo della mobilità condivisa in Italia.

Di recente c’è stato anche un incontro al ministero delle Infra- strutture e della mobilità sostenibile tra tecnici, Anci (l’Associazione dei Comuni) e aziende di noleggio. Sul tavolo proprio la necessità di mettere ordine, con l’obiettivo di non ritrovarsi città in ostaggio dei monopattini. Sfrecciano a destra e sinistra, si trovano parcheggiati ovunque. Approdati in Italia, poco prima che tutto si fermasse per le chiusure di marzoaprile 2020, i monopattini hanno cambiato il volto della mobilità condivisa nel nostro Paese, viene spiegato dall’Osservatorio nazionale. Tanto che «un veicolo condiviso su tre è un monopattino».

Nel 2020 sono stati compiuti 7,4 milioni di noleggi in monopattino e percorsi 14,4 milioni di chilometri; rispetto al 2019, è aumentata la durata (12,1 minuti) e la distanza dei noleggi (1,8 km). Ora la fioritura incontrollata di questi mezzi leggeri porta alla necessità di una regolamentazione alla loro circolazione. Cosa reclamata anche dai tassisti, preoccupati per i monopattini troppo indisciplinati e sostenuta dalla Lega – con Elena Maccanti, capogruppo in commissione Trasporti e relatrice della proposta di legge, e Giuseppe Donina, relatore della legge di riforma sul Codice della strada – che dicono: «Le città non possono essere trasformate in pericolosi parchi giochi, in balia del far west dei monopattini. Il fenomeno è stato troppo a lungo sottovalutato ».

E tra i punti cardine della proposta di legge – a prima firma del deputato di Forza Italia Roberto Rosso – ci sono l’introduzione del limite di velocità a 20 chilometri orari su piste ciclabili e di 30 km orari sulle strade urbane (nelle aree pedonali massimo a 6 km orari); il divieto di circolazione alla sera, da dopo il tramonto (le multe in caso di inosservanza vanno da 50 a 250 euro); il marciapiedi diventa vietato (anche se lo sarebbe già): i mezzi vanno portati a mano; niente più sosta selvaggia (se si parcheggia sui marciapiedi sono previste multe simili a quelle per moto e scooter, da 41 a 168 euro, e la rimozione). Inoltre, a condurli potranno essere soltanto maggiorenni, quindi (un po’ inspiegabilmente) nemmeno i minorenni in possesso di patentino per i ciclomotori o di patente A per le moto fino a 125 cc.

Quanto ai servizi di noleggio si potranno attivare soltanto con una delibera della Giunta comunale che deve prevedere comunque una serie di paletti che dovranno esser rispettati. Mentre il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, ha lanciato l’idea di «un regime di omologazione dei monopattini» per la produzione, regole omogenee dappertutto, una targhetta di riconoscimento, l’obbligo del casco di assicurazione sulla responsabilità civile verso terzi per i mezzi più potenti. E la formazione, con il corso che si potrebbe fare nelle scuole secondarie, nelle Università e nelle scuole guida con «il rilascio di una specie di patentino».

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