mercoledì 29 gennaio 2014
​Controlli di polizia su infusioni di cellule staminali al di fuori delle regole. L'Aifa: «Regressione della medicina che fa rabbrividire». Ma le famiglie dei pazienti diffidano gli Spedali di Brescia dal sospendere le cure.
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Potrebbero scoppiare a breve nuovi casi Stamina, con l'utilizzo illegale di cellule staminali. "Mi corre l'obbligo di segnalare che sono in corso accertamenti amministrativi che potrebbero evolvere in atti di Polizia giudiziaria su altri casi di infusioni di cellule staminali al di fuori delle regole, con rischi per la salute pubblica". Lo ha annunciato il generale dei Nas, Cosimo Piccinno, in audizione presso la commissione a Igiene e sanità del Senato, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul caso Stamina. "Potremmo avere presto - ha concluso Piccinno - un caso Stamina '2', '3' e '4'". "Sospettiamo che la deregolamentazione (in Italia, ndr) sulle staminali possa aver prodotto altri casi analoghi a Stamina". Lo ha sostenuto Luca Pani, il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (che ha appena pubblicato una guida contro le cure miracolose), in audizione presso la commissione Igiene e sanità del Senato, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul caso Stamina. Il metodo Stamina potrebbe essere definito, secondo la terminologia scientifica, "un cieco totale, nessuno sa cosa viene infuso. Un metodo che veniva utilizzato 150 anni fa, una regressione della medicina che fa rabbrividire. Sono cose che, con tutto il rispetto, avvengono in Cina, Thailandia, Vietnam, Messico, dove non c'è alcuna regolamentazione. Nel resto del mondo, la legge impedisce che accadano queste cose e - ha concluso - che un fatto del genere possa essere avvenuto in Italia deve essere motivo di riflessione".Intanto le famiglie dei pazienti già in cura presso gli Spedali Civili di Brescia, da poco riunite nel Movimento per le Cure Compassionevoli, "diffidano la direzione ed i nove medici degli Spedali Civili responsabili della somministrazione delle cure compassionevoli con Protocollo Stamina" dall'aderire al cosiddetto sciopero bianco decidendo "di deresponsabilizzarsi nei confronti di una terapia interdetta dai Nas di Torino". E allegano "al testo parte dei certificati medici con i miglioramenti dei pazienti in cura".

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