lunedì 7 dicembre 2009
Maggioranza e opposizione concordi nel definire indegno l'attacco di Calderoli e della Padania all'arcivescovo di Milano, definito «un imam» e accusato di essere lontano dal suo territorio. Tettamanzi: «Sono sereno, in questo momento riscopro il dono della libertà».
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«Sono sereno, in questo momento riscopro il dono della libertà che trova radice e forza nella responsabilità». Così l'arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi ha commentato, subito dopo la messa solenne per Sant'Ambrogio nella basilica dedicata al patrono di Milano, gli ennesimi attacchi della Padania e del ministro Calderoli. «La mia bussola - ha aggiunto - è la parola del Vangelo e le esigenze profonde stampate in ogni persona». Commentando l'affermazione di Calderoli secondo cui l'arcivescovo è lontano dal territorio, ha replicato: «Non so se c'è ne è un altro in così alto loco che stia così in mezzo alla gente». Subito dopo la messa il cardinale è stato avvicinato da molte persone che lo hanno salutato.L'attacco di domenica. La festa milanese cade in mezzo a un nuovo momento di tensione tra l'arcivescovo e la Lega. Domenica è uscito sulla Padania l'ennesimo articolo polemico e lunedì su Repubblica un'intervista al ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli. «La grande capacità della Chiesa territoriale dovrebbe essere la vicinanza con il territorio. Tettamanzi con il suo territorio non c'entra proprio nulla - dice Calderoli -. Sarebbe come mettere un prete mafioso in Sicilia. Perché non è mai intervenuto in difesa del crocifisso? Perché parla solo dei rom?». Un attacco dai toni  Lo stesso leader della Lega Umberto Bossi ha preso le distanze dalla posizione del giornale del partito che si chiedeva se Tettamanzi fosse il vescovo o l'imam di Milano. "Io leggo poco la Padania, però il problema è che sicuramente la gente, oltre che alla cristianità, dà molto peso alla tradizione, si sente sicura quando vede che la sua tradizione viene rispettata. Se arriva troppa gente la tradizione sparisce". Intanto, i leghisti offrono al cardinale un ramoscello d'ulivo: Matteo Salvini chiede un incontro natalizio per farsi gli auguri e avere un "chiarimento". "Chiederò al cardinale Tettamanzi - ha affermato Matteo Salvini - un incontro prima di Natale per scambiarci gli auguri, offrigli un panettone padano e avere un chiarimento sui rispettivi punti di vista fuori dagli eccessi che ci sono in un dibattito politico". Pur tendendo la mano al cardinale, Matteo Salvini non recede di un passo rispetto alle proprie posizioni, e non è un caso che l'invito al cardinale sia stato lanciato da un gazebo dove il Carroccio sta raccogliendo le firme contro la creazione di nuove moschee. "Sui rom - ha affermato Salvini, ritornando su uno dei recenti richiami del cardinale Tettamanzi -, Milano in questi anni ha dato tanto, senza mai ricevere nulla di buono in cambio, anzi, vedendosi portate via le tante cose che offriva: un conto è l'accoglienza, un conto è il masochismo. E sui luoghi di culto islamici ripeterò al cardinale che in questo momento sono un male per l'Italia e per la Chiesa".Le reazioni. Prende decisamente le difese di Tettamanzi la fondazione Farefuturo di Gianfranco Fini. «I fustigatori, i tronisti e i Torquemada sono arrivati come un orologio (e un referendum) svizzero - scrive il direttore Filippo Rossi sul sito Ffwebmagazine.it -. I demagoghi mandano via il prete dall'altare, ne prendono il posto, fanno un comizio e la chiamano predica». Li definiscono "cristianisti" ma in fondo sono semplici bestemmiatori, mercanti di paura che cacciano Gesù dal tempio, svuotando la fede di qualsiasi senso religioso». Poi il presidente della Camera Gianfranco Fini ha detto la sua anche sull'integrazione degli immigrati: «È bello che si difenda la tradizione e quindi che si difendano il crocifisso e il presepe, ma se si guarda il presepe, e lo dico con una battuta naturalmente, si vede che è pieno di extracomunitari». Anche il ministro per l'Attuazione del Programma Gianfranco Rotondi si schiera dalla parte dell'arcivescovo di Milano: «Sono un estimatore entusiasta delle virtù politiche del collega Calderoli, meno, naturalmente, di quelle teologiche; per cui mi affretto a esprimere stima a Tettamanzi»."È vero che Roberto Calderoli è amico dei lupi, ma non è un buon motivo per aggredire i pastori. Non appartiene per nulla alla tradizione cristiana, che pure l'esponente leghista si vanta di difendere, attaccare, e così indebolire, i propri vescovi", ha detto Renato Farina, deputato del Pdl. "Semmai - prosegue - questo è il tipico lavoro delle quinte colonne del nemico. Non si capisce perché l'ottimo ministro della Semplificazione si diverta a essere un pessimo ministro della complicazione dei rapporti con la Chiesa. Paragonare il cardinale Tettamanzi a un imam appartiene più alla paranoia che ai veri pensieri del popolo padano. Totale solidarietà al cardinale Tettamanzi".Pier Ferdinando Casini, nel corso di un dibattito con il presidente della Camera Gianfranco Fini presso la Comunità Capodarco è intervenuto sulle polemiche: «Mi piace chi difende il crocifisso e il presepe; quello che non posso accettare è il doppiopesismo per cui si difende il crocifisso e poi lo si spacca sulla testa di un immigrato o chi mentre inaugura un presepe insulta in modo vergognoso il cardinal Tettamanzi usando la religione per dire che il presepe è importante e poi insolentisce il cardinale come si farebbe con un malfattore per avere un vantaggio politico». "È davvero inaccettabile l'attacco della Lega al cardinale di Milano Tettamanzi, interprete autorevole della chiesa conciliare che nella comunità cattolica ambrosiana ha avuto alcuni dei suoi più attenti e appassionati anticipatori", ha detto Rosi Bindi, presidente del Pd. "Una chiesa - aggiunge Bindi - immersa nella realtà del proprio territorio e del proprio tempo, fedele al Vangelo e perciò vicina ai più deboli, a chi soffre a chi è ignorato o perseguitato dai potenti di turno e che dà fastidio proprio perchè testimonia la propria vocazione alla solidarietà, alla giustizia e alla legalità i valori fondamentali di una cittadinanza responsabile". Pierluigi Castagnetti del Pd fa appello ai parlamentari cattolici del Pdl: «L'aggressione al cardinale non è solo un problema politico o, come si dice, di civiltà dei rapporti. Calderoli è ministro e dunque è un problema del governo. Il presidente del Consiglio e i parlamentari cattolici non hanno nulla da dire?». Sempre dal Pd Filippo Penati dice che «le affermazioni di Calderoli sono gravi e sbagliate. Ridicolo appare il tentativo di far apparire Tettamanzi estraneo alla sua comunità: è vero il contrario. La Lega e Calderoli cercano di sfuggire i problemi e di scaricare le colpe su chi richiama cittadini e amministratori alle proprie responsabilità».
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