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Un momento della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario in Cassazione. - ANSA
Per uscire dall'attuale fase di tensione fra politica e magistratura sarebbe necessario «un vero e proprio patto per lo Stato di diritto» in grado «di alimentare la fiducia dei cittadini nei confronti di tutti gli organi cui la Carta fondamentale assegna l'esercizio di funzioni sovrane». L'auspicio arriva dalla prima presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, nel corso della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario dei cosiddetti "ermellini". Consapevole del clima rovente, ormai da mesi, nei rapporti fra l'esecutivo e la magistratura associata, la presidente lancia un invito a tornare a toni più moderati, facendo presente come la magistratura sia «impegnata a realizzare i più alti valori espressi dalla Costituzione» e osservando come quello sforzo necessiti «di essere accompagnato da un contesto improntato al rispetto reciproco fra le varie Istituzioni dello Stato». I dati, sottolinea Cassano, «restituiscono una immagine della magistratura diversa» da quella rappresentata e «posta alla base di progetti riformatori». Una magistratura che è ben conscia delle sue responsabilità, prosegue, e pertanto cerca di assolvere «al meglio i propri doveri», con «impegno professionale, senso del limite e della misura», in una fase in cui «rendere giustizia» è divenuto «più difficile e richiede al giudice la ferma osservanza di alcuni principi», fra i quali il «rispetto delle attribuzioni previsto» dalla Carta costituzionale. Come da tradizione, la cerimonia in Cassazione si svolge alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e viene aperta dalla relazione della prima presidente sui dati relativi all'anno appena concluso. Ad ascoltarla, nell'aula magna di quello che i romani soprannominano il Palazzaccio, ci sono il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il procuratore generale della Cassazione Luigi Salvato, il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Fabio Pinelli, l'avvocato generale dello Stato Gabriella Palmieri Sandulli e il presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco.
Nordio: il pm mai soggetto all'esecutivo
Dal canto suo, il ministro torna a difendere la riforma costituzionale varata dall'esecutivo, ribadendo i concetti adoperati in questi mesi, a partire dal fatto che si tratta, per il centrodestra di «un dovere assunto verso gli elettori». Riguardo alle obiezioni di quanti (Anm in testa) ritengono che il pubblico ministero finirà sotto il cappello dell'esecutivo, Nordio insiste: «I contenuti della riforma sono ben noti, ma ribadisco ancora una volta il postulato assoluto dell'indipendenza del pm rispetto al potere esecutivo». Inoltre, a suo parere, dopo le modifiche della Carta, «il ruolo del giudice uscirà difeso e rafforzato, senza indebolire l'accusa». Insomma, il Guardasigilli resta convinto che il testo «si presenta, per quanto riguarda l'indipendenza e l'autonomia della magistratura, con una chiarezza cartesiana di rocciosa solidità» e che «ogni fantasia speculativa su variazioni futuribili è un'arbitraria interpretazione divinatoria». Per questa ragione, assicura, «il legislatore procederà senza esitazione, nella fiduciosa ma incondizionata acquiescenza al referendum popolare che suggellerà questo iter complesso».
L'Anm: il ministro si contraddice, domani manifesteremo
Una lettura che non convince l'Associazione nazionale magistrati, che per le cerimonie di domani nei distretti giudiziari aveva già annunciato prese di posizione (le toghe aderenti usciranno quando prenderà la parola Nordio o un suo delegato). Le frasi «pronunciate oggi dal ministro della Giustizia - osserva l'Anm - contraddicono in modo palese quanto lo stesso Guardasigilli aveva detto meno di 48 ore fa. L'unica certezza sono gli smodati attacchi alla giurisdizione, ormai una triste costante». L'attacco al pubblico ministero, prosegue l'associazione che rappresenta la gran parte delle 9.500 toghe, «evidenzia poi una profonda confusione, tradendo quello che è l'obiettivo reale della riforma, ovvero la sottoposizione del pm al potere esecutivo». Uno degli aspetti più inquietanti, ritiene l'associazione, e «anche per questo domani manifesteremo la nostra contrarietà alla modifica costituzionale durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario presso le sedi delle Corti di appello».
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Il Guardasigilli Carlo Nordio mentre tiene il suo intervento. - ANSA
Pinelli (Csm): le toghe non siano parte del conflitto
Durante la cerimonia in Cassazione, prova invece a gettare acqua sul fuoco delle tensioni Fabio Pinelli, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura (i cui componenti togati ventiquattrore prima hanno chiesto l'apertura di una pratica a tutela dopo le affermazioni del Guardasigilli in Parlamento sul «pm superpoliziotto»). in questo transito storico caratterizzato «da forti tensioni», considera Pinelli, la «magistratura interviene legittimamente nel dibattito e porta il proprio contributo di competenza, ma non deve divenire parte del conflitto». Mentre, nel suo intervento, il procuratore generale della Suprema Corte Luigi Salvato tratteggia la magistratura, al netto dei «preoccupanti segnali» di sfiducia per la categoria, come «una sentinella anche del rispetto dei limiti che si impongono al Legislatore, presidiati infine dalla Corte costituzionale».
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La prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, esce dopo la cerimonia accanto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. - ANSA
Preoccupazione per carceri, femminicidi e morti sul lavoro
Tensioni sulla riforma a parte, nella relazione della prima presidente vengono illustrati e analizzati i dati dell'attività della Corte negli ultimi 12 mesi. in particolare, Cassano sottolinea alcune emergenze: dalle violenze di genere, alla preoccupazione per la grave condizione in cui versano i detenuti fino alle vittime nei luoghi di lavoro. Nel primo caso, nel 2024 su 314 omicidi volontari (in calo dell'8% rispetto ai 340 dell'anno precedente), quelli maturati in ambito familiare sono ben 151. E 96 di essi hanno avuto come vittima una donna. Si tratta di una fotografia allarmante, ragiona la prima presidente, in quanto «espressione di una perdurante, angusta concezione della donna quale oggetto di possesso e dominio da parte dell'uomo». Una situazione preoccupante, per la quale Cassano prova «sgomento», è quella dei gesti disperati nei penitenziari, con l'anno passato chiusosi con «83 suicidi» (47 di detenuti italiani e 36 di stranieri) a cui si sommano «18 decessi per cause ancora oggetto di accertamento». Angosciante è pure il bilancio sulle cosiddette "morti bianche" nei luoghi di lavoro: mille fra gennaio e novembre del 2024, il 32% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mentre le denunce di infortunio sul lavoro sono state 543.039, in lieve crescita rispetto al 2023. Crescono molto, del 21,7%, le patologie di origine professionale denunciate, pari a 81.671. Esiste «una forte correlazione tra qualità, dignità, sicurezza del lavoro - conclude Cassano -, come testimoniato dal numero inaccettabile di infortuni con esito mortale che continuano a verificarsi con drammatica periodicità».