sabato 4 febbraio 2023
A investire di più nella campagna web per le elezioni regionali è stata Moratti, ma da avere più follower è Fontana. Mentre Majorino è tecnicamente il più bravo. Dimenticati i manifesti
Niente più manifesti elettorali. I candidati alle elezioni regionali in Lombardia preferiscono altre modalità di comunicazione... ma il messaggio arriva? E a chi arriva?

Niente più manifesti elettorali. I candidati alle elezioni regionali in Lombardia preferiscono altre modalità di comunicazione... ma il messaggio arriva? E a chi arriva? - Bernardini

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I social media sono ormai parte integrante delle campagne elettorali, mentre scompaiono i manifesti affissi negli spazi elettorali che in buona parte non vengono nemmeno richiesti.

In particolare la campagna elettorale in Lombardia sui social media sta surclassando quella che si sta svolgendo nel Lazio. E tra i candidati lombardi, Letizia Moratti la fa da padrone, spendendo molto di più di quanto non facciano Pierfrancesco Majorino e Attilio Fontana. Ma è proprio quest’ultimo, il governatore uscente, a risultare il più seguito, avvantaggiato soprattutto dai cinque anni di palcoscenico istituzionale. Tecnicamente, però, il migliore risulta Pierfrancesco Majorino.

Questi i principali risultati emersi da uno studio realizzata dalla società di strategia e comunicazione digitale DeRev per monitorare l’efficacia della comunicazione elettorale sulle piattaforme social, in vista delle elezioni per la presidenza della Regione Lombardia. Nel Lazio infatti, nessun candidato, a parte Alessio D’Amato, ha investito in pubblicità sui social e la somma dei follower di tutti gli aspiranti alla presidenza della Regione è di poco superiore alla "fanbase" della sola Moratti in Lombardia.

Nel dettaglio, si nota che con un investimento di 30mila euro in advertising (pubblicità elettorale) e ben oltre mille post pubblicati nel periodo analizzato (i mesi di dicembre e gennaio), Moratti si afferma come la candidata più aggressiva dal punto di vista comunicativo. L’ex sindaco di Milano ed ex vicepresidente della Regione ha affrontato la campagna elettorale sui social media in modo muscolare, ma paga una base di follower di sole 17mila persone tra tutte le piattaforme, contro gli 86mila che seguono Majorino e i 370mila di Fontana.

Proprio il presidente uscente può contare su questa base di fan molto ampia, costruita in cinque anni di attività al vertice della Regione; 588 i post pubblicati nei due mesi scorsi. Su tutti, spicca poi l’ottima performance del candidato per il centrosinistra e 5 Stelle Majorino, che ha accresciuto di oltre il 13% il proprio seguito sui social investendo 8.200 euro in advertising. Decisamente staccata, infine, Mara Ghidorzi di Unione Popolare che parla sui social appena a 1.275 persone, pubblicando meno di un post al giorno.

In questa campagna elettorale, infine, c’è un punto debole, che è comune a tutti: sebbene Instagram sia ormai assimilato, per importanza, a Facebook, nessuno dei candidati ha tentato la via di TikTok, che ha un maggiore appeal per giovani e giovanissimi.

«Quella lombarda è una comunicazione digitale matura, ma è andata in scena, ancora una volta, una campagna elettorale che dimentica i giovani, del tutto rivolta agli over 30 – spiega il ceo di DeRev, Roberto Esposito –. I candidati hanno rinunciato in partenza all’elettorato più giovane. Certamente ingaggiarsi nel dialogo con queste generazioni può essere molto difficile - non dimentichiamo alcune pessime prestazioni della campagna nazionale per il voto di settembre -, ma tirarsi indietro per paura o per fatica è anch’esso un messaggio molto chiaro su quello che si intende fare da eletti. E investire sui giovani – conclude – significa prima di tutto parlarci e coinvolgerli».




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