martedì 31 gennaio 2023
Sul pm 10, 72 grandi centri sono in ritardo. Legambiente: emergenza sanitaria. L’azione legale di una mamma a Torino: dall’inquinamento danni a mio figlio. Ricorsi e proteste anche in Europa
Smog a Milano

Smog a Milano - Fotogramma

COMMENTA E CONDIVIDI

I primi a citare in giudizio il governo per danni da inquinamento atmosferico e perché agisca, nell’immediato, inasprendo le pene per chi viola l’ambiente, sono 7 cittadini tedeschi, nel settembre scorso. Assistiti da alcune associazioni, danno vita a procedimenti legali seguiti da residenti di molte città belghe. I quali, poche settimane dopo, intraprendono azioni legali contro i rispettivi governi regionali. «Respirare aria pulita e sana è un nostro diritto», dichiarano.
È quanto rivendicano anche Chiara e il suo compagno, che vivono a Torino, e che si battono, sostenuti dal “Comitato Torino Respira”, nell’interesse del loro figlio di 6 anni. Fin dal concepimento, afferma la coppia, il bambino «è stato esposto ai livelli di inquinamento elevati e spesso fuorilegge di Torino e, a partire dai primi mesi di vita, ha iniziato ad avere gravi problemi di salute, in particolare ai polmoni». La coppia avvia, a novembre 2022, un’azione legale, dai risvolti nazionali, per chiedere alle istituzioni, politiche efficaci a tutela della salute.
Sempre nel capoluogo piemontese, il Tribunale, respingendo la richiesta di archiviazione, dispone, negli stessi giorni, la prosecuzione delle indagini nel procedimento penale, scaturito da un esposto presentato nel 2017 dal presidente del “Torino Respira”, Roberto Mezzalama, finalizzato ad accertare se la situazione di «grave inquinamento atmosferico che affligge da anni la nostra città, possa integrare il reato di inquinamento ambientale introdotto dal legislatore nel 2015».
E così, da Düsseldorf ad Anversa, da Monaco di Baviera a Torino, lo stop agli agenti atmosferici tossici e la tutela della salute, entrano nelle aule dei tribunali. Del resto, in Italia procede a rilento l’abbassamento dei livelli di smog: nel 2022 ben 29 città, ancora, sforano i limiti di polveri sottili, mentre in 72 la salute sarebbe messa a rischio per le troppe emissioni, stando alle raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità. Lo attesta il Rapporto “Mal'aria di città 2023: cambio di passo cercasi” di Legambiente, che mette sul podio negativo Torino, Milano e Asti, seguite da Modena, Padova e Venezia. Nel 2022 per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (Pm10, Pm2.5) e del biossido di azoto (No2) queste città avrebbero doppiato il numero di sforamenti consentiti. Un problema per il presente e soprattutto un'ipoteca per il futuro, in vista dei nuovi limiti imposti al 2030. Se infatti, sempre per il Pm10, l'analisi delle medie annuali mostra come nessuna di esse abbia superato il limite previsto dalla normativa vigente, secondo i limiti indicati al 2030 sarebbero infatti solo 23 su 95 (il 24% del totale) i centri che non hanno superato la soglia indicata per quella data (20 microgrammi per metro cubo d'aria). In dettaglio le città che devono impegnarsi di più sono Torino e Milano (riduzione necessaria del 43%), Cremona (42%), Andria (41%) e Alessandria (40%) per il Pm10; Monza (60%), Milano, Cremona, Padova e Vicenza (57%), Bergamo, Piacenza, Alessandria e Torino (55%), Como (52%), Brescia, Asti e Mantova (50%) per il Pm2.5; e poi Milano (47%), Torino (46%), Palermo (44%), Como (43%), Catania (41%), Roma (39%), Monza, Genova, Trento e Bolzano (34%), per l'No2.
«La tendenza di decrescita dell’inquinamento è troppo lenta, esponendo le città a nuovi rischi sanitari e sanzioni», evidenzia Legambiente che sottolinea come le città più distanti dall’obiettivo previsto per il Pm10, «dovrebbero ridurre le proprie concentrazioni tra il 30% e il 43% entro i prossimi sette anni, ma stando ai trend di riduzione registrati nell’ultimo decennio, potrebbero impiegare mediamente altri 17 anni per raggiungere l’obiettivo», quindi solo nel 2040.
Alcuni dati sono però contestati. «Più che le letture strumentali, contano i fatti - tuona l’assessore regionale all’Ambiente della Lombardia, Raffaele Cattaneo -. Nel 2022 i livelli di biossidi di azoto (No2) sono risultati i più bassi di sempre e, per il pm10, per il quinto anno consecutivo dal 2018 in tutte le stazioni del territorio regionale è stato rispettato il valore limite», come avvenuto, sostiene Cattaneo, «nel 97% delle stazioni che rilevano il Pm.2».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: