giovedì 7 aprile 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
I 'Siti di interesse nazionale' (Sin) sono aree contaminate più o meno estese e ufficialmente classificate come le più pericolose. E che quindi hanno bisogno d’interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e delle acque per evitate ulteriori danni ambientali e sanitari. I numeri grezzi che conosciamo sulla situazione lucana sono assai simili a quelli registrati nei Sin. Il ministero dell’Ambiente ne aveva individuati cinquantasette in tutta Italia, poi ridotti a trentanove a inizio 2013 (con le bonifiche dei siti declassificati sono diventate di competenza delle Regioni). Questi siti sono stati studiati dal progetto 'Sentieri', realizzato dall’Istituto superiore di Sanità nel 2010 e via via aggiornato laddove è stato possibile, l’ultima volta nel 2014. Ad esempio – si legge – «in alcuni casi è stato comunque possibile suggerire un ruolo eziologico all’esposizione ambientale da emissioni di impianti specifici (raffinerie, poli petrolchimici e industrie metallurgiche)» che «viene rafforzata dalla presenza di eccessi di rischio sia fra le donne che gli uomini». Ancora, nel Sin di Porto Torres, visti gli eccessi di alcune patologie, «è stato suggerito un ruolo delle emissioni di raffinerie e poli petrolchimici per gli eccessi osservati di queste patologie, mentre a Taranto è stato suggerito un ruolo delle emissioni degli stabilimenti metallurgici». Esistono poi casi «più articolati», nei quali i risultati nelle tre basi di dati e/o nei due generi non sono allineati (per il tumore del polmone a Venezia mortalità e ricoveri sono aumentati solo tra le donne).
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: