mercoledì 24 agosto 2022
Al 10 agosto, il 47% del territorio si trovava in condizioni di attenzione, il 17% in stato di allerta. La commissaria alla Ricerca: situazioni di stress senza precedenti per i livelli idrici
Un lago inglese con il livello idrico molto basso rispetto alle scorse estati. Anche nel Regno Unito ha fatto molto caldo

Un lago inglese con il livello idrico molto basso rispetto alle scorse estati. Anche nel Regno Unito ha fatto molto caldo - Ansa/afp

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La siccità si fa sempre più grave, con rischi particolarmente alti proprio per l’Italia, con un impatto negativo anche sui raccolti. L’ultimo rapporto analitico dell’Osservatorio globale sulla siccità (Gdo) del Jrc, il centro di ricerca scientifico dell’Ue, pubblicato ieri a Bruxelles, fotografa un quadro decisamente preoccupante. «La grave siccità – si legge – che sta colpendo molte regioni d’Europa dall’inizio dell’anno si è ulteriormente diffusa ed è peggiorata a inizio agosto (il documento è aggiornato al 10 agosto, ndr). Le condizioni secche sono connesse a un’ampia e persistente mancanza di precipitazioni, combinate con una sequenza di ondate di calore da maggio in poi».

Secondo il Gdo, al 10 agosto il 47% dell’Europa (non solo i Paesi Ue ma anche altri Stati europei) si trovava in condizioni di attenzione, il 17% in condizione di allerta. Tradotto: il 64% dell’Ue è colpita dal fenomeno. La commissaria europea alla Ricerca Mariya Gabriel parla di «situazioni di stress senza precedente per i livelli di acqua in tutta l’Ue».

La Penisola, lo dicevamo, è tra i Paesi più colpiti. «Il rischio di siccità – recita il documento – sta aumentando soprattutto in Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Germania, Olanda, Belgio Lussemburgo, Romania, Ungheria, Serbia settentrionale, Ucraina, Moldavia, Irlanda e Regno Unito». Il resto d’Europa «mantiene condizioni stabilmente gravi di siccità». Non basta, «regioni già colpite dalla siccità nella primavera del 2022, come il Nord Italia, la Francia sud-orientale, alcune parti di Ungheria e Romania, sono quelle che registrano le condizioni in più forte peggioramento».

Estendendo l’analisi ai sei mesi precedenti, spicca ancora una volta l’Italia (insieme alla Francia del sud-est e del nord-ovest, la Germania orientale, l’Europa orientale, la Norvegia meridionale e ampia parte dei Balcani), registrando «una siccità metereologica da grave a estrema». In Francia sono almeno 100 Comuni con difficoltà di rifornimento idrico e la necessità di portare acqua potabile alla popolazione con autobotti.

Non poteva mancare un riferimento ai fiumi, tutti abbiamo ben presenti le immagini del Po drammaticamente in secca. Il rapporto cita la classificazione attuale del massimo livello di gravità della siccità dato dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po. Nonostante alcune piogge negli ultimi giorni, «la gestione delle risorse idriche – afferma il rapporto – rimane critica e difficile da bilanciare tra i diversi usi e domanda». Guardando Oltralpe, drammatica la situazione del Reno in Germania e Olanda: il grande fiume «è stato colpito da un inverno gravemente secco nelle Alpi con scarso accumulo di neve, seguito da una primavera secca e un’estate con precipitazioni al di sotto della media».

In Olanda si registrano già gravi problemi alla distribuzione dell’acqua alla popolazione. Ci sono, inoltre, le ondate di calore che, progressivamente da Portogallo e Spagna si sono spostate verso la Francia e l’Italia del Nordest e della parte occidentale del Centro. Nel Nord Italia, come nelle altre zone più colpite, la siccità ha un impatto energetico: manca l’acqua per il raffreddamento di centrali termiche o (nel caso francese) nucleari, costringendo a ridurre l’utilizzo o anche alla chiusura temporanea degli impianti.

A soffrire in queste condizioni, ovviamente, è anche la vegetazione. In peggioramento è l’indice Fapar che misura l’attività di fotosintesi delle piante. Particolarmente colpiti l’Italia del nord e del centro, la Germania, vari Paesi dell’Est, il centro-sud del Regno Unito, l’Irlanda, la Finlandia. Non stupisce che in questa situazione a soffrire siano i raccolti: nelle previsioni Ue, rispetto alla media degli ultimi cinque anni si registra un calo del 16% del mais, del 15% della soia e del 12% dei girasoli. Ultima ironia: anche la tanto agognata pioggia, quando arriva, può fare gravi danni, con tempeste anche molto potenti che abbiamo visto in vari Paesi.

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