giovedì 19 maggio 2011
COMMENTA E CONDIVIDI
Pier Luigi Bersani è chiamato a gestire il risultato positivo delle amministrative, ancora troppo parziale. E proprio dallo sce­nario che si verrà a creare di qui ai ballottaggi dipenderà il futuro del suo Pd, che trova nel successo «trac­ce di Ulivo». E che registra inevita­bilmente l’ennesimo no di quel ter­zo polo che stenta a schierarsi, ma sicuramente non si allea con il cen­trosinistra. Così il leader democra­tico tesse e attende, ma non lancia una nuova sfida al governo. Piutto­sto continua a ripetere che «di ri­percussioni, ogni mese, ce n’è una. Il fatto è che non regge questa mag­gioranza, ma non prende atto della sua crisi politica». Ma questo, il leader piddì rivendica di sostenerlo da «ben prima delle e­lezioni amministrative. Ho sfidato la Lega ad un minimo di principio di coerenza, anche questo ben pri­ma delle elezioni. Ho detto anche che Berlusconi parlava d’altro e non delle questioni del Paese, a comin­ciare dal lavoro». Insomma, si sfo­ga Bersani, «è un anno che dico che siamo senza governo e ho sempre detto che il governo doveva pren­dersi la responsabilità della crisi del­la maggioranza e aprire una nuova fase». Né, aggiunge, «ho mai legato e non lego all’ora X queste ammini-­strative, perché noi ci mettiamo a disposizione di una risposta civica e quando governiamo, governiamo per tutti». Forte del suo successo personale, anche all’interno del Pd, Bersani continua a non azzardare il passo più lungo della gamba e a non dare per definitive le situazioni che han­no caratterizzato il quadro di que­ste amministrative. In sostanza, sul­le alleanze resiste e non si sbilancia. Sull’Ulivo, che qualcuno rievoca di fronte alla vittoria, ammette che «qualche traccia di questo c’è». E nel progetto futuro, «penso che ripren­dendo quella grande ispirazione che è la ricomposizione di forze e di radici anche diverse possa veni­re una risposta per l’Italia, natural­mente in condizioni nuove». E sulle condizioni è concentrato Bersani, che avvisa il Nuovo Polo: «Quando non scegli c’è sempre qualcu­no che sceglie per te, in questo caso saranno gli elettori». Di fatto, comunque, il segretario del Pd non si è ancora ar­reso: «Spero sempre che ci ripensino». Intanto, però, i con­ti li fa con l’area a sinistra del Pd, quella di Di Pietro e Vendola, con cui si è sentito in queste ore e con cui si schiererà per i ballottaggi. «Il messaggio che è arrivato da Napo­li e Milano dice cose molto serie», spiega il leader dell’Italia dei valori. Per cominciare, «c’è necessità di u­na coalizione e noi, responsabil­mente, vogliamo costruirla. Ma questa coalizione va costruita sulla discontinuità». E a Bersani che ancora guarda al centro, Di Pietro dice chiaramente: «Oggi riteniamo che un’alternativa possibile ci sia, e che questa alter­nativa sia una coali­zione riformista ba­sata su tre piedi: Pd, Idv e Sel». Dopo di che, spiega il leader dell’Italia dei valori, «siamo aperti a di­scutere anche con altre formazioni po­litiche, ma a una condizione: che il programma sia condiviso e che nel programma ci siano alcune scelte che riguardano la solidarietà, le li­bertà, un’economia in cui ci siano meno differenze sociali e soprat­tutto che ci sia una funzione pub­blica fatta da persone che non uti­lizzano la loro posizione per inte­ressi personali, bensì per quelli col­lettivi », conclude.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: