giovedì 7 marzo 2019
Nelle baracche non c'è più nessuno. Dei 300 che ci hanno passato la notte, una cinquantina sono partiti per alcuni Cas di Cosenza, a bordo dei pullman pronti da mercoledì
Secondo giorno di sgombero alla baraccopoli di San Ferdinando
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È ripreso questa mattina l'abbattimento della baraccopoli di San Ferdinando. Ormai l'insediamento è ridotto a grandi mucchi di plastica, legno, lamiere dai quali spuntano materassi, reti, fornelli, pezzi di vita di centinaia di storie.

Le ruspe e gli escavatori del genio militare continuano ad abbattere e sicuramente nel tardo pomeriggio finiranno la demolizione. Tutto avviene in piena tranquillità e, infatti, anche il dispositivo delle forze dell'ordine appare ridotto, anche se ancora ben visibile. Nelle baracche non c'è più nessuno. Dei 300 che ci hanno passato la notte, una cinquantina sono partiti per alcuni Cas di Cosenza, a bordo dei pullman pronti da ieri mercoledì 6 marzo. Altri 150 hanno trovato posto nella nuova tendopoli o nelle tende piantate nel grande prato a poche decine di metri dalla baraccopoli. In tutto nei due insediamenti, ci spiegano, ci sono circa 900 persone. Un numero di non facile gestione.

Si vedrà nei prossimi giorni ma alcuni problemi stanno già emergendo come gli spazi molto ridotti anche dentro le tende. "C'è posto solo per dormire, io e mio marito - ci dice una donna -, ma non so dove mettere la mia roba". Altro problema è quello dei pasti che gli immigrati nella baraccopoli si cucinavano da soli. Qui non si può e quelli forniti dalla Protezione civile ci dicono essere insufficienti. Ancora i numeri che non contano. Come gli "scomparsi", alcune centinaia di persone che si sono allontanate autonomamente.

Alcuni li abbiamo visti anche oggi con valigie e zaini raggiungere a piedi la stazione di Rosarno destinazione Napoli o Foggia. Molti di più li abbiamo trovati nelle campagne, dove hanno raggiunto altri braccianti che vivono in casolari diroccati e baracche. Sì, ancora baracche, ma "invisibili". Meglio qui, comunque, perché molti di loro stanno ancora lavorando proprio in campagna. Qualcuno, infine, ancora staziona vicino ai resti della baraccopoli, sono poche decine di "irriducibili" o chi davvero non sa dove andare. E rimane lì, seduto con le sue poche cose, a guardare i più fortunati o meno sfortunati.

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