sabato 31 agosto 2013
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Carlo Rubbia apprese del Nobel per la fisica dalla radio del taxi che lo stava portando all’aeroporto. Il tassista, udita la notizia, aveva esclamato: «Ma chi è questo Rubbia?» e quando si rese conto che stava trasportando un Nobel, si commosse a tal punto che alla fine della corsa non volle nemmeno essere pagato.
Sarebbe troppo complicato spiegare in due parole le motivazioni del Nobel ma l’onorificenza conferitagli dal presidente Napolitano ci offre invece l’occasione per rendere più nitidi i contorni della figura di un grande scienziato il cui nome da qualche anno è pure scritto nel cielo. L’asteroide 8398, infatti, è stato chiamato con il suo nome.
Uomo di fede, non ha mai fatto mistero delle sue opinioni. Noi fisici, ebbe a dichiarare una volta, «arriviamo a Dio percorrendo la strada della ragione e non quella dell’irrazionalità». E la sua conoscenza delle intime strutture della materia lo ha convinto che «più la scienza cerca e più trova gli indizi di una unica creazione opera di una entità superiore».
Contrario al nucleare («Non esiste un nucleare pulito»), è sempre stato scettico circa la costruzione di contenitori sotterranei per accogliere le scorie. In realtà, ha sempre sostenuto Rubbia, «ci liberiamo di un problema passandolo in eredità alle generazioni future, perché queste scorie saranno attive per millenni». E sul tema del nucleare si scontrò con Umberto Veronesi quando dichiarò di essere favorevole alle centrali: «Veronesi si occupi di oncologia, dove riesce benissimo, e lasci il nucleare a chi ne ha competenza».
Quando era alla presidenza dell’Enea (l’ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente) non accettò compromessi e sbattendo la porta se ne andò in Spagna a lavorare al "Progetto Archimede" per la realizzazione di "Andasol 1", una centrale termodinamica solare. Il progetto porta il nome del grande matematico Archimede che per primo usò gli specchi per concentrare l’energia del Sole, unica energia pulita e a costo zero («il Sole – dichiarò Rubbia – non è soggetto ai monopoli e non paga bollette!»).
Secondo Rubbia, un grande quadrato di specchi lungo 200 Km per ogni lato potrebbe produrre energia pulita per tutto il pianeta. E sulla scia di "Andasol 1" fu inaugurata a Priolo (Siracusa), nel luglio del 2010, una piccola centrale termodinamica solare.
E la vita? Per Rubbia è «un atto creativo così perfetto e così immenso, generato nella sua integralità in tempi così brevi e ravvicinati all’inizio dello spazio e del tempo». Non c’è spazio, dunque, per il caso.
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