venerdì 2 settembre 2016
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Sono sei gli edifici che per primi verranno 'esaminati' fin nei particolari dalla Procura reatina, nell’inchiesta sulle tragiche conseguenze del terremoto nella notte fra martedì e mercoledì della settimana scorsa. L’hotel Roma di Amatrice (che ha ucciso i suoi ospiti), cominciando dall’esame peritale e documentale su terrazzamenti e solai via via realizzati e le relative, necessarie, autorizzazioni. Sempre ad Amatrice, poi, toccherà all’ospedale e alla scuola 'Capranica'. Ma anche al campanile e alla parrocchia di Accumoli e alle caserme dei Carabinieri sempre di Accumoli e di Amatrice. 

A proposito, di fronte proprio alla stazione dell’Arma di Amatrice (tanto lesionata da non poter essere recuperata) campeggia ancora il cartello con scritto ' Miglioramento sismico, restauro e risanamento conservativo'. Un’opera dell’amministrazione provinciale, finanziata dalle Regione Lazio il 27 marzo 2012, appaltata ' all’impresa Società cooperativa C.ar.e.c.a.' e subappaltata ' all’impresa Fabi Giuseppino di Antrodoco'. Costata 228.977,25 euro... Dettaglio: l’hotel Roma e la scuola 'Capranica' erano indicate nel 'Piano di Protezione civile' di Amatrice come «aree di accoglienza della popolazione » in caso di emergenza. In Procura, intanto, arriva un dossier da almeno 13mila pagine, migliaia di fotografie e centinaia di video, che dovranno dare una mano decisiva per capire i motivi dei crolli.

E in tutto questo, ci sono anche i documenti del Genio civile acquisiti da Carabinieri e Forestale. Quanto cioè è stato chiesto dai pm degli uffici giudiziari di Rieti che indagano su questo sfacelo. «È un lavoraccio raccogliere le carte, ci vorrà tempo, difficile al momento dire quanto – ha spiegato il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Rieti, il colonnello Cosimo D’Elia, incaricato dalla Procura degli accertamenti –. Ma la nostra attenzione non calerà, è un fatto così grave quello che è successo, questo disastro, che non ci possiamo permettere di recedere». 

 A proposito, i Vigili del fuoco hanno dichiarato inagibile una parte del Tribunale di Rieti ( che comprende anche gli uffici della Procura), dopo un sopralluogo per la segnalazione di alcune crepe nel muro, conseguenza del terremoto. In particolare sono stati dichiarati inagibili locali che sarebbero dovuti essere usati come deposito per il monumentale materiale delle indagini. 

L’altra inchiesta relativa a quanto accaduto per il sisma di una settimana fa è quella marchigiana. Alla Procura di Ascoli Piceno sono state recapitate centinaia di fotografie dei crolli causati dal terremoto ad Arquata del Tronto e nelle frazioni. Il lavoro dei Carabinieri si è concentrata sugli edifici pubblici (dalla scuola di Arquata del Tronto, all’ospedale di Amandola, alla caserma del Corpo Forestale ad Arquata), dove fortunatamente non si sono registrate vittime, come da priorità indicate dalla Procura, che al momento mantiene il fascicolo aperto su notizie che non costituiscono reato, visto che l’inchiesta è ancora nella fase esplorativa. 

 L’attenzione dei Carabinieri e dei Vigili del fuoco si è poi spostata sulle abitazioni civili, che hanno provocato invece morti (cinquanta nelle Marche). Anche in questo caso sono state scattate foto degli immobili crollati, adesso sul tavolo del pm Umberto Monti, titolare dell’inchiesta. Terzo filone seguito dagli investigatori, quello riguardante le case con tetti in cemento armato, collocati su strutture prive dello stesso cemento armato e allocati durante lavori di ristrutturazione. Come per un’abitazione di Pescara del Tronto, della quale il tetto in cemento armato è rimasto integro e si è adagiato lateralmente, mentre la struttura è collassata.

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