giovedì 23 giugno 2011
COMMENTA E CONDIVIDI
Votazioni e recriminazioni, botte e botti ma – meno male – anche parole giuste a giusto proposito. Tesa e singolare giornata, ieri, sulla scena politica romana. Alla strana precarietà di un governo che ha riconquistato la formale tranquillità della maggioranza assoluta anche nell’emiciclo della Camera, ha fatto infatti da contraltare prossimo e veemente la precarietà arrabbiata dei "Cobas della scuola" radunatisi a Piazza Montecitorio. Inutile e controproducente questa rabbia smodata e insultante, inquietante quella instabile stabilità governativa. Entrambe riportano alla memoria condizioni che ci avevano raccontato come archiviate per sempre. Fuori del palazzo, il rischioso ricorso alla violenza: nell’illusione di farsi sentire e capire di più e sporcando, invece, anche le proprie legittime ragioni. Dentro il palazzo, giochi logoranti: toni barricaderi e sviluppo di tattiche attendiste e concilianti oppure – al contrario – il disciplinato sostegno a un esecutivo condito, subito dopo, da accenti astiosi da quasi-oppositori. Strade senza degna uscita, dice l’esperienza.La stessa che fa trovare ancora una volta al capo dello Stato le giuste parole per incitare e rassicurare i giovani e che aspettano e invocano dalla classe dirigente scelte che li aiutino a guardare con meno incertezza al futuro. Questo serve, una cura contro tutte le serie precarietà. E la rinuncia a vecchi e rischiosi riti di piazza e di palazzo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: