giovedì 8 giugno 2023
Stretta del sindaco di Riva Ligure, Giorgio Giuffra, sui comportamenti nocivi degli scolari: «Colpire in tasca le famiglie per responsabilizzarle». Moige: «Non ci stiamo, i genitori sono eroi»
Roma, giovani per i corridoi del Serpentone di Corviale

Roma, giovani per i corridoi del Serpentone di Corviale - Romano Siciliani

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Se tuo figlio fa il bullo, dovrai pagare una multa. Da 300 fino a 1000 euro. Questo il provvedimento del sindaco di Riva Ligure, Giorgio Giuffra, per contrastare il fenomeno del bullismo scolastico. Con una modifica al regolamento di polizia urbana, il primo cittadino imporrà un giro di vite alle famiglie: «Colpire in tasca i genitori - spiega Giuffra - è un modo per responsabilizzarli. Loro sono molto sensibili sulla tematica ma tante volte possono non sapere tutto. Sono convinto che se li si tocca nel portafoglio intervengono in maniera più energica». L'iniziativa sanzionerà tutti i comportamenti nocivi, non già puniti dal codice penale, che siano segnalati da servizi sociali, polizia locale o istituzioni scolastiche. Ma l'amministrazione, tiene a sottolineare il sindaco, «non è interessata a fare cassa». Le famiglie infatti potranno evitare l'accetta da 1000 euro inserendo il figlio in un percorso educativo ad hoc. I ragazzi saranno accompagnati dagli psicologi della scuola, messi a contatto con realtà di disagio e invitati ad attività riparatorie. «Non li mandiamo ai lavori forzati - chiarisce il sindaco -. La multa si potrà tramutare in un progetto di natura educativa». Non solo. Anche il tesoretto raccolto dalle sanzioni pagate, assicura il primo cittadino, sarà investito in percorsi di prevenzione per il bullismo nelle classi.

Multe anche sul web

«Non l'ho fatto in risposta a problemi del mio Comune - racconta Giuffra - ma in forma preventiva». In particolare, l'idea è nata in coda al progetto "Patente di smartphone", diffuso da qualche mese nell'istituto comprensivo di Riva Ligure. Agli studenti è stato affidato un certificato, che garantisce loro la possibilità di usare il cellulare dentro e fuori dalla scuola. Se ritirato dai docenti, saranno gli stessi genitori a sequestrare il dispositivo anche a casa. «Quando ho partecipato al progetto - racconta il primo cittadino -, ho notato che c'era molta sensibilità da parte dei genitori e dei figli che hanno aderito». Ma fuori dalla scuola gli scolari non hanno sempre mostrato comportamenti civili. Prima è stata divelta l'altalena per disabili costruita nel giardino comunale e tristemente eretta a «monumento dell'insensibilità». Poi, racconta lo stesso sindaco, si sono verificati numerosi episodi di bullismo a bordo degli scuolabus gratuitamente offerti dall'amministrazione. La stretta del sindaco colpirà, dunque, i comportamenti da bullo solo se consapevoli e reiterati. Ma non esimerà il web. E non potrebbe essere altrimenti, laddove uno studente su 5 in Italia è vittima di cyberbullismo già all'età di 11 anni (dati relativi al 2022, forniti dalla Sorveglianza "Health Behaviour in School-aged Children" - Italia).
Il progetto, in realtà, non è unico nel suo genere: a marzo scorso Edoardo Accorsi, sindaco di Cento, in provincia di Ravenna, aveva previsto sanzioni amministrative da circa 300 euro per i genitori dei bulli. Non senza scatenare la netta opposizione dei genitori e delle stesse vittime.

​Il "no" dei genitori

«Sono iniziative abbastanza semplicistiche che non sono risolutive di un problema acuto e grave - contesta il direttore del Moige (Movimento italiano genitori) Antonio Affinita -. I genitori sono i primi a soffrire quando il figlio è bullizzato o autore di bullismo, di conseguenza sono parte lesa e sofferente». Secondo l'associazione, non è una questione di soldi. Il rischio è che le multe possano spostare l'attenzione su un solo attore in gioco. Ignorando il ruolo dei compagni, della scuola e di altri agenti sul territorio come le associazioni sportive. «Un provvedimento del genere è discriminante - continua -. Un minorenne che frequenta una comitiva che gli crea criteri e principi da bullo eseguirà comportamenti da bullo... e poi la responsabilità la diamo ai genitori? Noi non ci stiamo! I genitori sono gli eroi di questa società». La politica non dovrebbe comminare multe, sostiene il Moige, ma «sostenere i genitori nella formazione personale: il costo per educare e crescere un figlio, fra i 10 e i 15mila euro all'anno, è tassato come reddito».

​La soluzione? Il dialogo

Critica anche la risposta dell'Associazione contro il bullismo scolastico. «La nostra posizione è diametralmente opposta - spiega il presidente Vincenzo Vetere -, una multa non può combattere il bullismo». La soluzione, secondo Acbs, è scritta nella stessa legge vigente (la n. 71 del 2017): individuare un insegnante referente per il bullismo in ogni scuola, organizzare percorsi di recupero tramite volontariato e garantire la prevenzione dentro e fuori dalle aule. Ma molti problemi, continua Vetere, sorgono quando «i genitori non prendono coscienza della gravità della situazione e non accettano che il figlio possa sbagliare». La soluzione? Sempre il dialogo. Del resto, conclude, «non ci sono evidenze del fatto che le punizioni abbiano mai migliorato la situazione».

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