sabato 18 ottobre 2014
​Sequestrati 2 istituti, 7 indagati a Sulmona. I finanzieri: «Abbiamo aperto le porte di sicurezza e stavamo per cadere nel vuoto».
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«Quando abbiamo aperto le porte di sicurezza stavamo per cadere nel vuoto: non c’erano le scale e questo in tutti e tre i piani». Così il tenente colonnello Roberto Prosperi, comandante del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza dell’Aquila, racconta una delle 'scoperte' fatte in due scuole superiori di Sulmona nelle quali erano stati eseguiti lavori di messa in sicurezza antisismica dopo il terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009. In realtà non eseguiti o eseguiti male. Come i fondamentali dispositivi per assorbire le scosse. Una situazione ad altissimo rischio al punto che ieri gli uomini della Fiamme gialle hanno posto sotto sequestro due corpi di fabbricato dell’Istituto tecnico commerciale 'A. De Nino' e dell’Istituto Tecnico per Geometri 'R. Morandi', in esecuzione del provvedimento del gip Giuseppe Romano Garganella su richiesta del Procuratore dell’Aquila, Fausto Cardella e dei pm Stefano Gallo e Roberta D’Avolio. Nel procedimento risultano indagate sette persone per i reati di falso e truffa in danno dello Stato. Nel mirino i lavori affidati dalla provincia all’Ati Fin - Cosman di Roma che aveva presentato uno stato di avanzamento lavori per 250mila euro ma avendone eseguiti in realtà solo per 50mila e per di più male come accertato dai consulenti dei magistrati. Ad esempio, come ci riferisce il tenente colonnello, «le idropresse per scaricare l’energia delle scosse non erano collegate alle piastre ma scaricavano direttamente sui pilastri dell’edificio che in caso di terremoto si sarebbero così sbriciolati». Un doppio danno. «Un pericolo e una beffa – denuncia l’ufficiale – da parte di chi ha voluto lucrare su una disgrazia. Per tali persone il terremoto è solo un affare». Infatti, come si legge nella consulenza, tali lavorazioni, eseguite sui corpi di fabbricato 1 e 3 del plesso scolastico, avrebbero determinato pregiudizi statici alle strutture stesse, tali da rendere addirittura non collaudabile l’opera realizzata e «come in realtà l’intera struttura non risulti allo stato attuale sismicamente idoneo e quindi non possa ospitare in piena sicurezza gli studenti delle due scuole». Proprio per questo è scattato il grave provvedimento di sequestro anche perché in quegli ambienti insicuri erano già cominciate le lezioni. Ora gli studenti interessati, oltre trecento, saranno spostati in altre scuole, probabilmente a Pratola Peligna, con ovvi problemi di affollamento e di orari. La Provincia dell’Aquila ha disposto la chiusura immediata dell’edificio scolastico, contemporaneamente il sindaco di Sulmona, dal quale era partita la sollecitazione alla Provincia per la predisposizione dell’atto, ha firmato un’altra ordinanza per la sospensione delle lezioni fino a data da destinarsi. Mentre il prefetto dell’Aquila ha convocato per lunedì mattina, un incontro tra Provincia, Comune e dirigenza scolastica per fare il punto della situazione e predisporre un piano di intervento con cui permettere agli studenti di riprendere i corsi scolastici nel più breve tempo possibile.  I provvedimenti di ieri scaturiscono dagli sviluppi delle indagini che rivelarono illegittimità nelle procedure di affidamento degli appalti assegnati dalla Provincia per la messa in sicurezza post sisma di istituti scolastici superiori, di Avezzano e Sulmona e che avevano determinato, a dicembre 2012, provvedimenti alcuni restrittivi della libertà personale. Costituisce, altresì, sviluppo di un’altra vicenda, quella di Massimo Tomeo, imprenditore vastese che, più volte, sul finire del 2013 aveva compiuto gesti eclatanti di protesta, anche barricandosi nell’ufficio del presidente della Provincia per protestare per i mancati pagamenti da parte dell’Ati di prestazioni eseguite dalla sua impresa, la Mcr, quale subappaltatrice nei lavori di messa in sicurezza della scuola.
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