venerdì 28 settembre 2018
Tre scuole su quattro sono senza agibilità statica, solo una su venti in grado di resistere ad un terremoto. L’allarme dei presidi
Cittadinanzattiva: scuole fragili, un crollo ogni 4 giorni
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Un crollo ogni quattro giorni di scuola nel 2017-2018, un record rispetto agli ultimi 5 anni, con 13 persone rimaste ferite tra personale scolastico e alunni (204 crolli e 37 feriti dal 2013 ad oggi). Ben 53 episodi, l’ultimo due giorni fa a Teano, col crollo del controsoffitto di un’aula nel corso della lezione. Nessun danno solo perché l’insegnante ai primi scricchiolii ha ordinato agli alunni di ripararsi sotto i banchi, azione che avevano già provato. Una situazione davvero preoccupante, ma anche la conferma dell’importanza del coinvolgimento della comunità, a partire dai più piccoli.

È la denuncia/appello che fa Cittadinanzattiva nel XVI Rapporto sulla sicurezza delle scuole, presentato ieri a Roma. Un allarme confermato da Antonello Giannelli, presidente dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi. «Abbiamo un’emergenza solai. Va fatta la verifica di tutte le aule. Subito. Ci vuole una mappatura, per sapere lo stato di tutti gli ambienti scolastici. E non sarebbe particolarmente oneroso». Ma, avverte Adriana Bizzarri, Coordinatrice scuola di Cittadinanzattiva, «il ministero deve rifinanziare l’indagine sui tetti e i solai e gli interventi di risanamento».

Un’operazione che era stata ben realizzata dalla struttura di missione #Scuolasicura della Presidenza del Consiglio che il nuovo governo gialloverde ha abolito ritrasferendo tutto al ministero. «Non vogliamo che sia buttato via il nostro lavoro, soprattutto sull’antisismica e per evitare i crolli dei solai», riflette pacatamente l’ex coordinatrice Laura Galiberti, oggi assessore alla scuole del comune di Milano. «Eravamo riusciti a coordinare tutti i soggetti che devono muoversi per la sicurezza delle scuole, e a spendere soldi bloccati anche dal 2002. I 7 miliardi di cui parla l’attuale ministro li aveva messi il governo precedente, e ora speriamo che siano davvero spesi.

Per la messa in sicurezza di tutte le scuole ci vorranno dieci anni ma solo se si continuerà su questa strada». I dati contenuti nel rapporto certo non tranquillizzano. A partire dagli interventi per evitare i crolli. Indagini siano state richieste solo da un quarto delle scuole, con punte del 45% in Sardegna e del 43% in Piemonte. Assai indietro su questa verifica le scuole del Lazio (solo il 3%) e della Campania (5%).

Ma non basta. Tre scuole su quattro sono senza agibilità statica, solo una su venti in grado di resistere ad un terremoto. Crescono gli investimenti per la manutenzione: in media di 50mila euro ad edificio per interventi di manutenzione ordinaria e di 228mila euro per quelli straordinari, ma il divario fra le varie realtà regionali è notevole. Emerge una Italia a tre velocità, sia sulla manutenzione che sull’adempimento delle norme e delle certificazioni richieste dalla legge: ad investire di più sulla manutenzione ordinaria è la Lombardia (in media quasi 119mila euro), meno la Puglia (non si arriva a 3mila); la verifica di vulnerabilità sismica è stata effettuata solo nel 2% delle scuole calabresi e nel 59% di quelle umbre, il certificato di prevenzione incendi è presente nel 69% degli istituti del Trentino Alto Adige e solo nel 6% di quelli laziali. Il Sud arranca, poiché solo il 17% delle scuole ha il certificato di prevenzione incendi, il 15% quella igienico-sanitario, il 15% quello di agibilità, il 18% il collaudo statico; un po’ meglio al Centro, dove il 19% ha il certificato di prevenzione incendi, il 18% quella igienico-sanitario, il 22% quella di agibilità e il 21% il collaudo statico; decisamente più positivi i dati al Nord, con il 64% delle scuole in possesso del certificato di prevenzione incendi, il 67% quello di agibilità igienico-sanitario, il 63% ha l’agibilità e il 61% ha effettuato il collaudo statico.

A livello regionale, in grave ritardo sono il Lazio (9% delle scuole è in possesso dell’agibilità/abitabi-lità, il 6% della prevenzione incendi), la Campania (11% con agibilità, 17% prevenzione incendi) e la Calabria (12% con agibilità, nessuna per prevenzione incendi). Ben 18.665 gli edifici scolastici che si trovano in zone ad elevato rischio sismico (zone 1 e 2), in particolare in Sicilia (3.832), Campania (3.458) e Calabria (2.399). Ma solo per il 29% delle scuole è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica (che sarà obbligatoria entro fine dicembre); fanalino di coda Calabria (solo 2% con verifica), Campania (4%) e Sicilia (7%), regioni in cui insistono un maggior numero di scuole in zone ad elevata sismicità. Solo il 9% delle scuole è stato migliorato dal punto di vista sismico e ancor meno (5%) è stato adeguato sismicamente.

Sul miglioramento sismico, va meglio per le scuole del Molise (dove l’intervento è stato effettuato nel 41% delle scuole) e la Valle d’Aosta (40%), molto male per quelle del Lazio e della Sicilia (3%), di nuovo regioni ad altissimo rischio.

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